Ieri ho ricevuto un numero sterminato di mail a proposito di Xencor, facile intuire il motivo visto l’andamento del titolo ieri. Essenzialmente il contenuto delle missive può essere riassunto nei seguenti punti:

  1. Cosa è successo?
  2. Perché il report da tempo promesso non è ancora pronto?

Rispondo velocemente alla questione 2. Per prima cosa mi scuso con quanti stavano attendendo il report per prendere una decisione in merito al titolo, in seconda battuta ed a parziale mia discolpa, ci tengo a sottolineare che la mancanza di tempo condizione il rilascio dei report e che farne uno di corsa, giusto per pubblicare qualcosa, non avrebbe alcun senso. Il lavoro svolto su Array e Five Prime mi soddisfa oltremodo, al di la dei guadagni fatti con le due compagnie, perché quei guadagni sono stati raggiunti sulla base di un’analisi che ha avuto pieno riscontro in quello che è accaduto dopo. Il report su Xencor arriverà prima di Natale, oggi facciamo una specie di preview. Occupiamoci di quello che sta accadendo.

Il vortice della caccia al tesoro

Oh, premio speciale della giuria per chi capisce da dove giungono i titoli che uso nell’articolo di oggi. Ieri Xencor ha chiuso a 15.55$ per un +29% rafforzato da volumi che non si vedevano da moltissimo tempo. Questo che riporto è il grafico che sto preparando per il report, si vede chiaramente il movimento di ieri rispetto alla norma:

 

 

XNCR grafico

 

 

Se osservate l’andamento del titolo da ottobre a questa parte noterete un trend al rialzo che può facilmente essere spiegato con l’attesa per ASH14 e per il rilascio dei dati dei due programmi più avanzato dei quali Xencor possiede per intero i diritti, ossia quelli di XmAb5871 nel trattamento dell’artrite reumatoide e di XmAb7195 in quello dell’asma. Il colpo di ieri esce da questa logica in modo evidente e questo si potrebbe spiegare solo ipotizzando che ci sia qualcosa di estremamente positivo in arrivo che ancora non conosciamo o che ci sia qualcosa di estremamente positivo che già è accaduto e che ancora non conosciamo.

E’ possibile, giusto per sciogliere un nodo che molti lettori hanno evidenziato , che già si conoscano i risultati della fase 2 di XmAb5871? Premettendo che tutto è possibile, lo studio è in doppio cieco, quindi nessuno sa nulla fino al momento della conclusione delle analisi, ma Xencor ha indicato la fine del 2014 come periodo per il rilascio dei dati, quindi ci siamo, sarebbe anche possibile, tuttavia è una conclusione che lascia aperto più di un interrogativo. Il primo e più sostanziale dei quali è che Xencor ha già annunciato di non voler proseguire con la sperimentazione del farmaco nel trattamento dell’artrite reumatoide, quindi i dati sarebbero si importanti, ma giungerebbero enormemente depotenziati. Ovvia l’importanza della tollerabilità del farmaco per i progetti futuri legati al trattamento di malattie legate alle IgG4, più complicato immaginare che impatto possa avere un ACR20 elevato in un programma già bocciato dalla società.

Più difficile ipotizzare che all’origine della salita ci possano essere indiscrezioni su  XmAb7195, visto che i dati attesi sono preliminari e riguardano la riduzione di IgE. Aggiungo io, poi, che si tratta di asma, e che con i pretendenti successori di Xolair ci si potrebbe riempire il Grand Canyon, mannaggia alla peppetta.

Di MOR208 già abbiamo avuto una discreta anticipazione ad ASH: poca efficacia come agente singolo, ottimo profilo di sicurezza e tollerabilità che lo rendono uno degli anti-CD19 più interessanti nel panorama oncologico. Poco si può aggiungere al momento sull’anticorpo, che tuttavia potrebbe rientrare in un discorso molto interessante per via traversa, ma di questo parlerò dopo.

Potrebbe concretizzarsi a breve una nuova partnership?

Xencor ha già partner di livello, tuttavia alcuni assetti sono ancora di esclusiva proprietà della small cap americana. Oltre al nuovo ed interessantissimo bi-specifico XmAb14045, che merita un capitolo a parte, ci sono solo i già citati XmAb5871 e XmAb7195 ed il primo rientra da poco in questa categoria, visto che fino a non molto tempo fa sull’anticorpo c’erano le impronte di Amgen.

 

Il fattore benefattore

Tempo fa vi ho parlato di quanto ci sia di sospetto in alcune delle ultime rinegoziazioni di accordi avvenute fra small cap e Big Pharma, o presunte tali. Riporto alla vostra attenzione solo alcuni esempi.

Puma (PBYI) rinegozia i termini dell’accordo con Pfizer proprio prima di comunicare i dati della fase 3 di Neratinib, mostrando un tempismo perfetto. Quasi quanto quello di Infiniti (INFI), che si siede al tavolo con Takeda poco prima di trovare un nuovo partner per IPI-145 in AbbVie.

Xencor fa una cosa simile poco tempo fa:

Xencor, Inc. (NASDAQ: XNCR), a clinical-stage biopharmaceutical company developing engineered monoclonal antibodies for the treatment of autoimmune diseases, asthma and allergic diseases, and cancer, today announced that it has regained all development and commercial rights to XmAb®5871 by seeking and obtaining a termination of the prior option and collaboration agreement and executing a new right-of-first-negotiation agreement with Amgen. XmAb5871 is a first-in-class monoclonal antibody containing Xencor’s proprietary immune inhibitor XmAb Fc domain that targets FcγRIIb to inhibit B-cell function.  XmAb5871 is currently in a Phase 1b/2a clinical trial in patients with moderate-to-severe rheumatoid arthritis (RA) and topline results are expected by the end of 2014. The company is planning clinical development in multiple autoimmune diseases where B-cell inhibition shows promise, including IgG4-related disease.

We determined that even with positive data following completion of the ongoing Phase 1b/2a trial in rheumatoid arthritis, refocusing our development plan on other autoimmune diseases would align better with Xencor’s strategy to develop therapies for diseases with the highest unmet need,” said Bassil Dahiyat, Ph.D., president and CEO of Xencor.  “We approached Amgen to end the original collaboration to allow Xencor the freedom to pursue alternative clinical and commercial paths.  Amgen agreed, provided we grant them a right of first negotiation for a license to XmAb5871.  We plan to start clinical testing in IgG4-related disease in 2015.  We do not plan on starting a Phase 2b rheumatoid arthritis trial in 2015.”

Quindi Xencor si riprende i diritti ed annuncia, prima che i dati siano di dominio pubblico, che anche nel caso in cui lo studio sulla RA riesca, la compagnia si concentrerà su malattie con maggior necessità di nuove opzioni terapeutiche. Meno concorrenza, lo capisco, quello che trovo comprensibile è l’annuncio prima di ricevere i dati. Detto che comunque posizionarsi sul trattamento di IgG4RD non evita il confronto con competitor di peso (rituximab, giusto per fare un esempio), un anticorpo efficace potrebbe essere molto attraente per alcune indicazioni con un mercato interessante in termini numerici ed in termini di necessità insoddisfatte.

Il primo che mi viene in mente è quello del lupus (SLE). Non moltissimo tempo fa si applaudiva ad Human Genome Science (HGSI, ora GSK) per Benlysta, trattamento per SLE visto come un enorme passo in avanti per pazienti che da troppo tempo non potevano beneficiare di nuove ed efficaci terapie. Ad oggi si può ben dire che Benlysta è risultato un mezzo fallimento e che i pazienti affetti da lupus ancora attendono trattamenti efficaci. Potrebbe XmAb5871 essere la risposta ad una simile necessità? Potrebbe, ma per ora Xencor gira a largo da simili indicazioni, concentrandosi su mercati di nicchia.

Quanto questo faccia gola alle grandi è ancora da determinare, ma non si può non notare la singolarità della mossa di Xencor.

 

 La polarizzazione della pignatta

Sebbene l’ipotesi che una notizia estremamente positiva stia per arrivare (anche se nessuno mi leva dalla testa che un aiutino da Credit Suisse abbia affinato l’aerodinamica di Xencor durante la corsa di ieri), la scorsa giornata borsistica ha visto accadere qualcosa che ha diversi punti di contatto con la storia che vi sto raccontando ora. Riguarda Amgen, cioè la società che ha restituito i diritti di XmAb5871 a Xencor ed un anticorpo bi-specifico chiamato blinatumomab (per scelta degli antigeni simile ed uno che la stessa Xencor sta sviluppando) ed una indicazione che è anche quella del programma più sviluppato della small cap americana: la leucemia linfoblastica acuta (ALL).

Chi segue questo mio blog da più tempo ricorderà quando mi occupavo di Micromet, poi acquisita da Amgen, in virtù del suo straordinario anticorpo anti-CD3/CD19 blinatumomab, oggi conosciuto con il triste nome commerciale di Blincyto. Blincyto è stato recentemente approvato per il trattamento della ALL recidiva o refrattaria a precedenti trattamenti quali chemio o trapianto di cellule staminali. Secondo i dati del NCI negli USA, relativamente all’anno in corso, circa 6000 pazienti (di cui grossomodo la metà bambini) svilupperanno la ALL e circa 1000 soggetti saranno indicati per poter accedere al trattamento con Blincyto.

Orbene, da ieri sappiamo che Blincyto è il farmaco più costoso al mondo, conquistando il vertice del podio grazie all’esorbitante costo di 178 000 dollari (89000 per ognuno dei due cicli). Visto il numero di pazienti e la cifra richiesta per l’anticorpo, l’iniziale mercato per Amgen si aggirerebbe attorno ai 100 milioni di dollari, ipotizzando una penetrazione del mercato vicina al 50%. Prezzo elevatissimo, mercato modesto, per il momento.

La notizia, in una giornata generalmente positiva per il settore come quella di ieri, non ha fornito alcun beneficio particolare a chi in generale si occupa di bi-specifici, ne a chi si occupa di ALL in generale, ma la combinazione di tutti questi fattori può aver scatenato la massa di acquisti su Xencor?

La risposta, anche se ancora mi manca una conferma, è si. Avessi un dollaro da scommettere, punterei su un bi-specifico di Xencor, su una indicazione ematologica e con un partner di peso.

Ma ora è il caso di pensare al Natale, ed al report in arrivo…