… a far tremare Bristol Meyer Squibb ed il suo Yervoy? Il fatto che l’esito di questa fase 3 sia attesa da tempo e l’annuncio dei risultati spostato nel tempo di volta in volta è un bene? Chi ha sparato al signor Burns? Scrivo questo articolo perché me lo ha chiesto Shardana o per altri motivi? A queste ed altre interessantissime domande risponderò nell’articolo di oggi. Preparatevi psicologicamente. Ok, i dati che attendiamo sono quelli di Allovectin, un vaccino anticancro (sarebbe meglio parlare di immunoterapia, ma chi se ne frega), in pazienti con melanoma metastatico, patologia che vede coinvolti alcuni farmaci dei quali ho parlato anche recentemente, non l’ho fatto spesso perché negli ultimi anni le uniche novità terapeutiche consistenti sono state Yervoy di BMS e Zelboraf di Roche.
Come dicevo prima, aspettiamo questi dati da tempo. Esiste una diffusa convinzione per la quale se uno studio clinico dura tanto, vuol dire che il farmaco in questione sta aumentando la sopravvivenza dei pazienti o la durata delle risposte, il che è un bene. Ora, a pochi viene da pensare che potrebbe essere benissimo il farmaco nel braccio di controllo ad avere questo effetto benefico, il che quindi sarebbe un male per lo sponsor. La storia di Vical non fa eccezione.
In molti mi hanno chiesto via mail opinioni su questo e su di un altro fatto che fa discutere, cioè che i vertici sappiano che il trial sta andando bene e lo stiano facendo capire agli azionisti con messaggi velati.
Il CEO di Vical avrebbe detto, e non ho motivo di dubitare che questo sia avvenuto, che il fatto che il trial duri tanto è solo un bene. Non sono d’accordo, per il motivo che ho espresso prima. Un gentile lettore però mi fa notare di aver letto un articolo su Seeking Alpha che, dovendo Vical spedire il farmaco fuori dai confini nazionali per la sperimentazione, sa se i pazienti lo stanno assumendo ancora, quindi l’affermazione fatta dal CEO avrebbe un significato più profondo.
Il ragionamento è intrigante, ma a mio modo di vedere sbagliato… per due motivi. In primo luogo credo che Vical debba fornire il farmaco in ogni caso, finché il trial è attivo. In secondo luogo perché VICL ha appena battuto cassa. Riflettiamoci: se VICL avesse potuto raccogliere gli stessi soldi emettendo meno azioni (o prendere più soldi emettendo lo stesso numero di azioni) dopo un risultato positivo, non lo avrebbe fatto? Certo che si, in quanti emettono azioni subito dopo aver comunicato dati positivi o un’approvazione? La risposta è tanti, per questo gli azionisti poi vanno a Wall Street con il mitra. La conclusione è che non possono sapere come andrà il trial, confidando nel loro farmaco sperano che il fatto che lo studio duri molto sia un bene per il loro prodotto.
Ok, vediamo la fase 2 e poi uno sguardo alla fase 3.
La fase 2 ha visto 127 pazienti con melanoma metastatico (53% di grado III e 47% di grado IV) trattati con Allovectin, niente braccio di controllo. L’OS mediana, cioè la sopravvivenza, è stata di 18,8 mesi mentre la durata delle risposte circa 14 mesi con un 11,8% di risposte. Dati molto interessanti ai quali bisogna fare due appunti, la mancanza di un braccio di controllo e l’alto numero di pazienti che non ha beneficiato del trattamento oltre il primo ciclo.
Ovviamente la fase 3 ha un braccio di controllo (dacarbazina o temozolomide), sarà su pazienti naive (visto che dalla fase 2 risultano essere quelli che meglio rispondono ad Allovectin), potranno (tramite modifica dei criteri RECIST) rimanere nel trial più a lungo e la risposta al trattaemnto verrà monitorata dopo 24 settimane dalla randomizzazione(per concedere più tempo al farmaco di funzionare, stimolando la risposta immunitaria del paziente). Vado un po’ veloce su queste cose per arrivare al sodo, se volete poi le approfondiamo.
La fase 3 quindi sembra essere disegnata per far rendere al massimo Allovectin, ci riuscirà? Cominciamo col dire che sbagliando si impara!
Già nel 2000 VICL iniziò una fase 3 di Allovectin + dacarbazina vs la sola dacarbazina nel trattamento del melanoma metastatico, studio poi chiuso nel 2002 visto che dall’analisi di futilità dimostrò che il farmaco (asd un dosaggio inferiore a quello della fase 3 attuale) non avrebbe centrato l’endpoint primario (ORR e TTP).
La durata delle risposte nella fase 2 si è allungata man mano che il trial procedeva, da 6,4 a 8,7 a 13,8 mesi. Questo è un buon segnale per la fase 3 ma la durata della risposta sarà indicativa di un maggio beneficio clinico, rispetto alla sopravvivenza globale, punto di forza di Yervoy ed endpoint primario della fase 3 con la quale è stato approvato in USE ed Europa?
L’endpoint primario della fase 3 (sotto SPA) è la risposta (ORR) dopo 24 settimane dalla randomizzazione vs il braccio di controllo, non la OS come si potrebbe pensare. Ma, come detto, lo SPA significa che FDA ha acconsentito all’utilizzo di quella misura. Certo, non si prescinde dalla bontà dei dati, questo è chiaro.
La conclusione è che i dati sembrano interessanti, ma con molte ombre. Yervoy produce una OS mediana di 22 mesi nei pazienti che rispondono al trattamento, 8 in quelli nei quali la malattia prosegue (vado a memoria, ma l’ordine di grandezza è quello).
Yervoy può vantare una sperimentazione maggiore, con tutti i pregi ed i difetti del caso. Sappiamo che qualche perplessità sull’efficacia nelle donne over 50 esiste, ma d’altro canto non si può ignorare che i benefici sono estesi a moltissimi sottogruppi di pazienti, l che lo rende un farmaco estremamente versatile e… vendibile.
Il disegno della fase 3 è stato cambiato per far si che il farmaco abbia risultati migliori rispetto a Yervoy ed a se stesso. Traduco: Allovectin deve fare meglio in fase 3 di quanto non abbia fatto in fase 2, il che è estremamente difficile, anche se non impossibile.
Comprare, vendere? Recentemente VICL, come detto prima, ha battuto cassa. Quel giorno anche SNTA e CHTP lo hanno fatto. L’attesa dei dati dovrebbe generare una salita ai valori precedenti l’emissione:
CHTP e SNTA sembra si stiano riprendendo prima, ma di tempo ce n’è ancora.
Sfruttare questa risalita, se ci sarà, può essere il modo migliore e meno rischioso di investire in VICL, uscendo prima della diffusione dei dati della fase 3. Il problema che non abbiamo una data certa, e che se il titolo salisse per bene, poi sarebbe difficile staccarsene, per paura di perdere ulteriori guadagni…
VICL prima dell’emissione quotava 4,25$. Se ritornasse a quel valore, sarebbe già un bel prendere, no?