Per prima cosa, sappiate che Tekmira (TKMR) è canadese. Lo so cosa state pensando, ma ricordate che anche YM Bioscience lo è, eppure qualche soddisfazione ce l’ha tolta. La pipeline della compagnia è piuttosto ampia e spazia dall’oncologia, all’ebola fino alla dipendenza da alcool.

A me interessa la prima parte, quella che è rappresentata dal PLK1 inibitore TKM-PLK1. Al recente AACR (American Association of Cancer Research) Tekmira ha presentato i dati della fase  1 del farmaco nel trattamento di alcuni tumori solidi. A dirla tutta, non è che i nuovi dati siamo molto diversi dall’analisi ad interim resa nota la scorsa estate, ma di nuovo c’è l’intenzione di iniziare una fase 2 partendo dai dati presentati all’AACR. tekmira pipeline

Tekmira (TKMR) è canadese ed è una microcap (sta sotto i 70 milioni di dollari, dollari americani), ma il motivo per cui è più conosciuta è per la disputa che l’ha vista contrapposta alla 20 volte più capitalizzata Alnylam (ALNY). Vi risparmio i dettagli poco appassionanti, fatto sta che Tekmira chiedeva danni legati a rotture del contratto, l’indebito utilizzo di alcuni brevetti e proprietà intellettuali oltre ad ogni sorta di condotta scorretta possibile ed immaginabile. Tradotto in cifre, si andava dai 61 ai 446 milioni di dollari di richiesta danno.

Il 12 novembre le due parti trovano un accordo che frutta a Tekmira 65 milioni sull’unghia, oltre a 10 milioni ottenibili al raggiungimento di due obiettivi, previsti per l’anno in corso, ossia l’inizio della sperimentazione di ALN-VSP in Cina e la partenza di uno studio registrativo per ALN-TTR02.

L’accordo mette fine ad ogni litigiosità, annulla tutti i precedenti accordi fra le compagnie e ne stabilisce di nuovi. I più interessanti dettagli della nuova stipula riguardano il fatto che Alnylam rinunci a tutto ciò che abbia solo vagamente a che fare con la tecnologia LNP per il recapito dei farmaci basati su RNAi, inclusa la famiglia di lipidi MC3, a Tekmira, che ottiene così tutti i diritti di licenza.

Altro aspetto degno di nota, che poi è quello che più a me interessa: Alnylam rinuncia a qualsivoglia diritto su TKM-PLK1, garantendo a Tekmira così l’esclusiva mondiale sul farmaco. Gli altri punti dell’accordo riguardano scambi di licenze e di utilizzo delle proprietà intellettuali che possono comportare sia il ricevere che il dover pagare milestones per ambo le parti. In generale, mi pare di poter affermare che nella disputa, la meglio l’abbia avuta Tekmira.

Alnylam potrà utilizzare la tecnologia di Tekmira per sviluppare farmaci quali i già citati ALN-TTR02 e ALN-VSP, questo è vero. ALN-TTR02 ha richiamato l’interesse di molti investitori grazie ai primi incoraggianti risultati ed alla tipologia di indicazioni per cui è sviluppato. Sebbene Alnylam sia molto in arretrato rispetto alla concorrenza di GSK (assieme ad Isis) e Pfizer, per quanto concerne il trattamento dell’amiloidosi da transtiretina (ATTR per comodità) o  polineuropatia amiloide familiare (FAP), tutto ciò che in un futuro di buono arriverà avrà ripercussioni positive anche su Tekmira. Il futuro di Tekmira nel presente tuttavia risiede interamente nella sua pipeline e a tal proposito devo dire che fatico a trovare un chiaro valore nei programmi in fase di sviluppo se non nel PLK1 inibitore.

Tekmira e la PLK1 inibizione.

Tekmira ha testato TKM-PLK1 in fase 1 su pazienti con tumori solidi in stato avanzato ed una media di 5,1 trattamenti precedenti. Il farmaco è stato ben tollerato e la compagnia è riuscita a individuare il dosaggio massimo in 0,75 mg/kg, dato che al dosaggio massimo (0,9 mg/kg) due pazienti hanno riportato eventi avversi limitanti (trombocitopenia e ipossia, in tutti e due i casi di grado 3). Dal punto di vista dell’efficacia, 4 pazienti su 9 valutabili (il 44%) hanno ottenuto un controllo della malattia, due dei quali erano affetti da tumore neuroendocrino gastrointestinale (GI NET). Tekmira ha anche annunciato di aver l’intenzione di iniziare una fase 2 proprio in questa indicazione, il che francamente sembra un vero e proprio azzardo. Non solo per il numero ridotto di pazienti coinvolti, ma soprattutto per la mancanza di un razionale che spieghi il perché dell’efficacia in quei particolari tumori. Lo studio sta ora proseguendo con una estensione di 10 pazienti al dosaggio migliore, individuato in 0,75 mg/kg, sarebbe forse saggio attendere i dati di questa coorte prima di prendere decisioni affrettate, anche a costo di perder tempo. Le quattro persone che hanno ottenuto beneficio dal farmaco sono state trattate a dosaggi superiori a 0,6 mg/kg e comprendono un paziente con una risposta durevole (più di 10 mesi) e 3 malattie stabili. Il tasso di controllo della malattia è di particolare interesse se consideriamo che i pazienti avevano ricevuto numerose linee di trattamento precedenti, quello che mi lascia un filo perplesso è la dichiarazione rilasciata a seguitoo della diffusione dei dati:

“PLK1 has been a target of interest for years, and we know from the medical literature that patients with elevated levels of PLK1 in their tumors exhibit poorer prognosis and survival rates. By using an RNAi approach and exploiting its naturally occurring mechanism of action, we can potentially overcome the limitations of other approaches and effectively silence PLK1. The safety data, drug activity and anti-tumor activity with TKM-PLK1 are encouraging, and I look forward to the further development of this promising therapeutic,”

Il grassetto l’ho aggiunto io. Se è vero che i livelli di PLK1 nei tumori sono indice di prognosi peggiore, non ho trovato traccia di un qualche genere di selezione dei pazienti in tal senso, il che renderebbe l’affermazione inutile nel contesto della fase 1 che stiamo esaminando.

Aspetto ben più importante di queste facezie è la posizione di Tekmira rispetto alla concorrenza e qui c’è da dire che Tekmira è parecchio indietro:

 

Selezione di studi clinici che coinvolgono PLK inibitori.
Farmaco Compagnia Fase Indicazione Dati
TKM-PLK1 Tekmira 1 Tumori solidi  
Volasertib Boehringer Ingelheim 3 AML >65 anni in prima linea 1H16
    2 Carcinoma ovarico 2Q13
    1 Vari studi  
Rigosertib Onconova Therapeutics 2 MDS rischio basso/intermedio t8 4Q14
    2 Carcinoma a cellule squamose 3Q15
    2 AML e ALL 1H14
    3 mAP 4Q14
    3 MDS refrattaria 4Q13
Legenda
AML: Leucemia mieloide acuta. MDS: sindromi mielodisplastiche. T8: trisomia del cromosoma 8
ALL: Leucemia linfoblastica acuta. mAP: adenocarcinoma metastatico del pancreas

 

L’aspetto positivo è che l’ambiente non è ancora molto affollato e di spazio per la microcap canadese ce ne sarebbe, specialmente se perseguisse (con successo) la strada del GI NET, indicazione con ampia necessità di nuove terapie.

Tekmira rimane interessante viste le prime testimonianze di efficacia di un farmaco con un bersaglio promettente ed una tecnologia validata (anche se indirettamente). Tekmira capitalizza 66 milioni ed a fine 2012 aveva in cassa 46,8 milioni, che dovrebbero essere sufficienti per raggiungere il 2015 senza ulteriori finanziamenti:

 

Tekmira believes that its current funds on hand, plus expected income, including payments from current licensees, collaborative partners and the U.S. Government will be sufficient to continue product development into 2015. Based on assumptions discussed in the revenue and expense guidance above, Tekmira expects to have an aggregate balance of cash and cash equivalents and short-term investments of greater than $35.0 million at the end of 2013.

 

Ovviamente, fidarsi è bene, non farlo è meglio. La bassissima capitalizzazione, frutto più che altro della cassa presente e dell’ipotesi di incasso dei 10 milioni frutto del nuovo accordo derivante dalla transazione per il processo. Le due milestones sono quasi scontate e prezzate nell’attuale quotazione, il che significa che il potenziale in salita nel caso ci fossero buone notizie è piuttosto elevato.

Un titolo per investitori pazienti.