Contrariamente alle mie aspettative, questa edizione dell’AACR si è rivelata alquanto interessante. Interessante e folkloristica per certi versi, ma magari di questo parlerò in separata sede. Vediamo di fare il punto di quanto di positivo, se c’è stato, è emerso dal meeting in funzione dei titoli del portafoglio.  Sarò telegrafico, visto che non c’è moltissimo da dire al momento, però ho deciso di includere anche una compagnia che al momento non è inserita nel portafoglio biotech USA, ma potrebbe farne parte a breve. Ne ho scritto su Seeking Alpha, concentrandomi su un singolo aspetto e non su tutta la compagnia, qui invece inserisco il concetto in un quadro più ampio. Prima però, due cose sul recente AACR. Iniziamo, ovviamente, con Karyopharm.

KPTI

Nella tabella qui sotto trovate i dati relativi alle risposte ottenute da selinexor nello studio SADAL, quello che ha visto arruolare pazienti con DLBCL dalla terza linea in poi:

KPTI SADAL ORR

 

Come si può vedere il tasso di risposta globale è più o meno lo stesso sia per il dosaggio a 100 mg che per quello a 60 mg e la compagnia motiva il fatto grazie ad una maggiore tollerabilità della somministrazione al dosaggio minore. La spiegazione è plausibile, visto che il dosaggio mediano ricevuto è stato di 80 e 56 mg  per il braccio da 100 e quello da 60, rispettivamente. Anche il profilo di tollerabilità è sensibilmente migliore, con i soliti effetti noti derivanti da Selinexor, ma in percentuale ridotta.

La sopravvivenza mediana è in linea con le aspettative: 8 mesi per quanto riguarda la popolazione ITT. Da prendere con beneficio d’inventario, ma i dati che emergono dalla valutazione della sopravvivenza dei pazienti a cui è stato somministrato il dosaggio inferiore sembrano indicare un indubbio vantaggio rispetto a quelli che hanno ricevuto il farmaco al dosaggio di 100 mg. Anche in questo caso sembrerebbe che la spiegazione stia nella tollerabilità della terapia. Chi ha ricevuto 100 mg ha ottenuto una OS di 7,5 mesi mentre la OS di chi ha ricevuto il dosaggio inferiore non è stata ancora raggiunta, ma sicuramente superiore a 9 mesi, magari anche di molto.

In conclusione, sebbene i dati globali non siano stupefacenti, le prolungate risposte ottenute con selinexor a 60 mg sembrano poter garantire un vantaggio in termini di sopravvivenza. Karyopharm ora procederà con l’espansione dello studio impiegando solo il dosaggio più idoneo e potenzialmente avrà per le mani un trial registrativo con dati attesi per metà 2018.

Abbastanza interessante anche il resto della pipeline e, nonappena la compagnia si degnerà di dar risposta alle mie richieste di maggiori informazioni, parlerò anche di quella.

TRIL

Non molte novità per Trillium, se non forse un aggiornamento sull’espansione dello studio che vede coinvolto  TTI-621.  Nel braccio di pazienti con AML si è verificata una remissione molecolare completa dopo 4 infusioni dell’anti-CD47 di Trillium e continua a persistere dopo oltre 15 settimane.

Tre pazienti con linfomi su sei hanno ottenuto una risposta metabolica parziale (mPR) dopo aver ricevuto rituximab e TTI-621 ed anche qui le risposte sono durature: oltre 19 settimane per un paziente affetto da DLBCL, oltre 19 settimane  per un paziente con linfoma trasformato e oltre 8 settimane per un soggetto con linfoma follicolare.

 

Bispecifici

PIRS

Non molto per i pionieri delle anticaline, più che altro la formalizzazione del trial che vedrà protagonista PRS-343 e che aprirà l’arruolamento nella prima metà del 2017.  I dati ricavati dai modelli preclinici sembrano suggerire una certa quantità di possibili applicazioni all’interno dello spettro dei tumori HER2+, con particolare riferimento a pazienti refrattari a trastuzumab.

AFMD

Anche per Affimed poca attività clinica, però interessanti sviluppi in pre. AFM26 (anti-BCMA/CD16A) sembra essere più efficiente di elotuzumab nel trattare il mieloma multiplo. Si raccomanda la dovuta cautela visto che siamo pur sempre al cospetto di modelli preclinici e va sempre ricordato che, salvo alcune eccezioni, gli esseri umani sono differenti dai ratti, tuttavia AFM26 sembra possedere caratteristiche piuttosto interessanti. Il limite maggiore rimane il fatto che impiegare cellule NK rimane un approccio che finora ha riscosso molto meno successo di quanto si poteva pensare qualche anno fa.

Da questo punto di vista sembra perciò più interessante il poster che illustra la piattaforma che ha come punto focale lo sviluppo di composti con target il legame fra MHC e peptide. più nello specifico. Grazie anche alla collaborazione del il partner Immatics e della sussidiaria AbCheck, Affimed sta sviluppando un anticorpo bispecifico diretto verso un nuovo complesso MHC/peptide ed in grado di reclutare linfociti T:  un anti-HLA-A*02 MMP1-003/CD3. Stando ai dati preclinici l’anticorpo avrebbe una notevole efficacia e potrebbe avere un profilo di tollerabilità piuttosto favorevole. Il peptide MMP1-003 è espresso in maniera significativa in alcuni tumori (come quello al polmone e al colon-retto) ed in maniera trascurabile nei tessuti sani.

IDRA

Idera presenta dati aggiuntivi di IMO-2125 impiegato nel trattamento del melanoma, ma sono i dati preclinici nel trattamento del carcinoma pancreatico ad essere più intriganti. Sempre ricordando la questione dei ratti e degli uomini, in un modello murino di carcinoma del pancreas l’impiego di IMO-2125 sembra suggerire una certa efficacia e l’induzione di una sorta di memoria, dato che topi trattati ed ulteriormente indotti a sviluppare il tumore rimangono tutavia liberi da malattia.

BLRX

BiolineRx è il soggetto del mio ultimo articolo per Seeking Alpha (potete leggerlo qui). Sebbene io mi sia concentrato su un aspetto specifico di BL-8040, assetto più sviluppato della bio israeliana, ad AACR hanno portato anche dati preclinici del loro più recente acquisto: AGI-134. Il composto in questione (ottenuto tramite Agalimmune Ltd, azienda che BiolineRx ha rilevato poco tempo fa)  è un immunoterapico alquanto differente da quanto proposto finora e dovrebbe entrare in clinica nella prima metà del 2018.

Considerando che pochi giorni fa hanno provveduto a rimpolpare la cassa, BiolineRx potrebbe essere un interessante investimento al momento.

Questa è, in breve, la situazione attuale:

  • BiolineRx ha siglato un accordo con Genentech per condurre alcune fasi 1 che vedranno BL-8040 in combinazione con Atezolizumab in diversi tumori solidi, oltre che in soggetti affetti da leucemia mieloide acuta.
  • Ha siglato un simile accordo anche con Merck per utilizzare Keytruda con BL-8040 ed ha iniziato una fase 2 in soggetti con carcinoma del pancreas (il che è poi quello di cui parlo nel mio articolo).
  • Ha iniziato una fase  2b i n collaborazione con  MD Anderson Cancer Center per testare BL-8040 e KEYTRUDA, sempre nel trattamento del carcinoma pancreatico.
  • Dal 2014 ad oggi ha stretto un accordo con Novartis, la quale ha investito nella compagnia sia versando denaro liquido, sia investendo nelle azioni della società.

 

Questo è quello che ci si aspetta nel breve periodo:

 

  • L’inizio di uno studio potenzialmente registrativo per BL-8040 nella mobilizzazione di cellule staminali durante il trapianto autologo, nella seconda metà del 2017.
  • Fine della fase 2 di BL-8040 impiegato per la mobilitazione delle cellule staminali per trapianti allogeneici, attesa per 4q17.
  • Risultati iniziali di BL-8040 con  KEYTRUDA nel carcinoma pancreatico per la seconda metà del 2017, con dati finali attesi per 2H18.
  • Inizio della fase  1b di BL-8040 in combo con atezolizumab in 2H17 con primi dati attesi per 2H18.
  • inizio della fase 1 di  AGI-134 in tumori solidi in 1H18.

Se avete domande sull’articolo postato su Seeking Alpha potete porle qui, in italiano, o nei commenti dell’articolo in inglese, o utilizzando mail e social. Insomma, fate come più vi aggrada.