Tre compagnie profondamente diverse quelle citate nell’articolo di oggi, ma accomunate dal fatto di avere un farmaco approvato e di essere, a mio modesto avviso, meriterevoli di  quotazioni più elevate. Le accomuno in un solo post visto che individualmente, ho già trattato le singole compagnie e che dal solo punto di vista di ASCO13 non riuscirei a cavare molto di cui scrivere separandole.

Inizio da Curis invitandovi a leggere l’ultimo articolo che ho dedicato alla compagnia, nel caso non abbiate familiarità col in titolo in questione. Ad ASCO13 mi aspetto di sentir parlare sia di Erivedge per quanto riguarda le forme operabili di carcinoma basocellulare sia dei dati inerenti lo IAP inibitore preso in licenza da Genentech. Mentre per ciò che riguarda Erivedge l’interesse è costituito dalla possibilità di estendere il mercato del farmaco per cui Curis riceve royalties e milestones , il secondo aspetto è il più importante in ottica futura, visto che questo sembra essere il candidato principale sul quale Curis intende fondare il nuovo corso, quello cioè nel quale non è più dipendente da Roche. Avere introiti maggiori derivanti dall’accordo con Roche permetterebbe di avere la necessaria possibilità di sostenersi senza diluire la capitalizzazione in una marea di nuovi titoli da emettere, modello che poi è quello seguito dalla seconda compagnia oggetto dell’odierno articolo, ossia Astex.

Curiosamente, anche loro hanno uno IAP inibitore ed un HSP90 inibitore (altro farmaco nella pipeline di Curis) in fase di sviluppo, ma il loro ASCO13 sarà incentrato su un aspetto differente. Se Curis infatti cerca di sviluppare la sua indipendenza economica per poter sperimentare, Astex già lo fa da molto tempo ed ora lotta per garantire che il modello possa funzionare anche nel futuro. Il farmaco che ha garantito prosperità alla  compagnia finora è stato Dacogen, quello che dovrebbe garantirla in futuro si chiama SGI 110. Anche qui, per i dettagli ed i recenti sviluppi, vi rimando all’ultimo articolo su Astex.

Ultima compagnia, Exelixis. Ad ASCO, tradizionalmente, Cabozantinib è presente in un numero impressionante di abstract. Il MET/RET/VEGFR inibitore è sperimentato su di una serie lunghissima di tumori solidi, in gran parte però i dati provengono da una fase 2 disegnata come RDT, ossia Randomized Discontiunuation Trial, nella quale sono stati arruolati pazienti con un certo tipo di tumori verso i quali si è pensato che il farmaco potesse essere efficace. In poche parole lo studio funziona così, dopo 12 settimane di trattamento (in aperto), i pazienti che traggono beneficio dal farmaco continuano a riceverlo, chi invece progredisce nella malattia viene escluso dallo studio. Per chi invece manifesta una stabilizzazione è prevista una fase di espansione dello studio per cui si può essere randomizzati a ricevere placebo o cabozantinib. Ai partecipanti a questa espansione, una volta manifestata la progressione della malattia, viene offerta la possibilità di un crossover per ricevere il farmaco di Exelixis, qualora appartenessero inizialmente al braccio di controllo. Queste le indicazioni per il RDT:

 

  • Cancro al pancreas
  • Carcinoma della prostata resistente alla castrazione (CRPC)
  • Carcinoma epatocellulare (HCC)
  • Carcinoma gastrico
  • Melanoma
  • Cancro al polmone a piccole cellule (SCLC)
  • Carcinoma ovarico
  • Cancro al seno (compreso triplo negativo)
  • Tumore al polmone non a piccole cellule (NSCLC)

 

Ora, i dati hanno portato alla decisione di espandere altre due coorti non randomizzate (NRE) riguardanti il carcinoma prostatico ed il cancro al seno e già sappiamo che Cabozantinib si trova in due fasi 3 nel trattamento del CRPC, COMET-1 e COMET-2. Quello che ci manca è un dato che esprima un valore di sopravvivenza in questi pazienti e che giustifichi l’ottimismo nei due studi registrativi e nei trial in corso. L’imminente AACR ci darà una prima indicazione di ciò che vedremo a Chicago, per il resto si possono solo fare ipotesi. Non si può nemmeno escludere che uno degli innumerevoli partner presenti qualcosa del resto della pipeline di Exelixis: fra questi i programmi più interessanti sono quelli di Roche con GDC 0973 e Merck con XL 499. Se del primo vi ho già parlato in diverse occasioni e sappiamo che si trova in fase 3, riguardo al secondo possiamo solo sperare che Merck si dia una mossa ed entri in fase 1 al più presto. Per come si sta delineando il panorama dei PI3k inibitori, anche le fasi di sviluppo più acerbe sono degne della maggior attenzione.

 

ASCO13, conclusione.

 

Questa edizione di ASCO, sarà estremamente importante sia per Astex che per Curis. Exelixis, a meno di sorprese dell’ultimo minuto, potrebbe passare in secondo piano vista la portata degli studi per i quali è lecito attendere sviluppi a Chicago, città nella quale si svolgerà il meeting. Qui sotto trovate un breve riassunto di cosa mi aspetto, ovviamente l’AACR (American Association for Cancer Research) che si terrà dal 6 al 10 aprile darà qualche indicazione, per il resto, toccherà attendere.

ASCO13 potrebbe essere l’inizio di una nuova vita per Curis ed eventuali dati positivi per quanto riguarda GDC 427 potranno beneficiare anche Astex, dato che come prima dicevo hanno un programma in fase di sperimentazione analogo.

 

ASCO 2013 ASCO13

Selezione dei possibili studi che verranno illustrati da Curis, Astex ed Exelixis ad ASCO 2013.