Le ferie sono arrivate anche per me, quindi il blog in agosto entra in modalità vacanziera. Cosa cambia? Fondamentalmente non moltissimo, se non in termini di presenza, che in questi giorni poi è a rischio per problemi al wi-fi che ancora non sono stati risolti. Per una volta, la colpa non è mia.

Vacanze dicevo, ed in questo spirito oggi vi propongo un articolo su una compagnia che definire spiazzante è dir poco, sulla quale faccio fatica a prendere una posizione netta: Peregrine Pharmaceuticals (PPHM).

 

Breve riassunto.

 

Peregrine ha un farmaco in fase avanzata controverso ed uno anch’esso avanzato ma inutile, il primo si chiama Bavituximab mentre il secondo Cotara. Essendo Cotara inutile dal punto di vista dell’investitore, va da se che nemmeno un rigo sarà dedicato al composto in questione a meno che non interessi a qualcuno.

Bavituximab è un anticorpo anti-PS attulamente impiegato a vario grado in sperimentazioni su tumore ai polmoni, al pancreas ed al seno.

Detto che è nel trattamento del tumore al polmone (NSCLC) che Peregrine ha dato il meglio ed il peggio di se, prima un breve riepilogo della situazione nelle altre due indicazioni.

 

Ad ASCO13 Peregrine ha portato i dati ad interim di una fase 1 su pazienti con cancro al seno HER2 negativo, dati che mostrano un tasso di risposta elevatissimo (85%) condito con un 15% di risposte complete (CR).

Sempre ASCO13, risultati aggiornati di una fase 2 nel trattamento del cancro al pancreas: 5,6 mesi per i pazienti trattati con bavituximab e gemtabicina vs 5,2 per il controllo. Nel caso del tumore al seno abbiamo un tasso di risposta molto elevato, nel caso del tumore al pancreas un vantaggio non statisticamente significativo ma in una indicazione estremamente difficile da affrontare. L quadro sarebbe quindi ottimistico se Peregrine non avesse abituato gli investitori ad escursioni di quotazione al limite del normale ed a colpi di scena degni dei migliori thriller.

 

Per i dettagli vi rimando ai precedenti articoli che ho dedicato alla compagnia, oggi mi interessa soprattutto dirvi a che punto stanno ed a cosa stanno lavorando. Resuscitato il progetto Cotara, Peregrine si trova a dover trovare partner per due programmi in modo da avanzare ad uno studio registrativo. Con FDA ha raggiunto un accordo per intraprendere una fase 3 che vedrà coinvolto bavituximab nel NSCLC in seconda linea. Ha i soldi per condurlo, manca uno che ci capisca, detto i soldoni. In fase 2 i risultati non hanno raggiunto la significatività statistica, eppure un trend in favore di sopravvivenza e progressione libera da malattia (OS e OFS rispettivamente) si sono notati. In prima linea i dati sono stati deludenti, in seconda ed in uno studio ben gestito potrebbero riservare qualche sorpresa. La prima sorpresa tuttavia potrebbe essere proprio l’annuncio di un partner per condurre lo studio registrativo che dovrebbe iniziare in 4Q13.

 

Bavi sarà impegnato anche in altri trial dato che la compagnia crede nella capacità di immunomodulazione del farmaco ed in un suo impiego in pazienti con cancro al fegato e al colon-retto, tanto per iniziare, ma se tanto mi da tanto, il prossimo passo sarà il melanoma.

 

Peregrine ha in cassa oltre 40 milioni di dollari, somma sufficiente ad affrontare l’inizio della fase 3 e per continuare l’attività di ricerca e sviluppo per almeno metà 2014, periodo nel quale poi sarà impellente reperire fondi, se a quello non avrà già pensato il (possibile) partner.

 

Esiste poi una porzione di pipeline che probabilmente non troverete sul loro sito. Dico probabilmente perché mentre vi scrivo sono senza connessione ad internet, quindi impossibilitato a fare una verifica (e quando tornerà già so che non avrò voglia di controllare).

Il primo è PGN 650, attualmente in fase 1, che ha come bersaglio lo steso di bavituximab e potrebbe servire come biomarker per il fratello maggiore, cosa che male non farebbe.

Il secondo è invece il motivo per cui vi scrivo oggi. Non ho un nome da darvi, perché il programma si trova ancora in fase preclinica, ma Peregrine sta lavorando a combinazioni con alcuni inibitori legati a bersagli piuttosto in voga al momento in ambito immunologico come PD-1, PD-L1 e CTLA-4.

Non male come colpo di scena, no?