Vi avviso subito che l’articolo di oggi contiene contaminazioni dal genere romanzo giallo-spy story, sappiatelo. Exelixis (EXEL) continua a salire, ma ultimamente ha accelerato vistosamente, incurante delle condizioni atmosferiche, tanto che dal crollo dovuto all’annuncio del mancato SPA, il protocollo d’intesa con FDA in merito al disegno della fase 3 di Cabozantinib, siamo a quasi +50% (se vi interessano i dettagli e la spiegazione del crollo che portò $EXEL da quasi 8$ a poco più di 4$ cliccate qui).

Ma quale sarebbe il motivo di questa salita?

Cominciamo col dire che Michael Morrissey, CEO di EXEL ha da pochissimo creato un account twitter. Io naturalmente lo seguo da subito.

Ma cosa c’entra questo con il titolo? Per quale motivo viene riproposta in questi giorni la notizia vecchia di un anno che riguarda la richiesta a Goldman Sachs di collaborazione per una possibile acquisizione di EXEL da parte di una big pharma?

Exelixis hired Goldman in anticipation of possible bids after preliminary data on the treatment, XL184, was published Nov. 17, said one of the people, who asked not to be identified because the situation is private. Some large pharmaceutical companies have shown interest, the person said.

Torniamo a noi, al presente.

Cominciamo con dire che Cabozantinib ha dato prova di essere estremamente efficace anche in questi giorni ed al di fuori dell’indicazione cancro alla prostata. Vediamo i dati appena presentati di una fase 1b su pazienti con cancro ai reni (RCC) in fase avanzata.

Dei 25 pazienti con RCC arruolatil’88% era stato pretrattato con VEGF inibitori mentre il 60% con mTOR inibitori, 13 di questi pazienti avevano ricevuto uno o più di tutte e due le terapie.

Detto in soldoni, si trattava di pazienti già pesantemente pretrattati, il che rendeva il compito di Cabo molto più arduo, nonostante questo la regressione del tumore è stata osservata in 19 dei 21 pazienti (90%)… 7 su 25 con una risposta parziale 28% (di queste 3 in pazienti con da 2 a 4 precedenti terapie e 2 con più di 4 terapie), mentre un solo paziente ha sperimentato una progressione della malattia. La percentuale di controllo della malattia alla 16ma settimana di studio è del 72% con una progressione libera da malattia (PFS) di 14,7 mesi.

Ok, sappiamo che gli studi clinici in fasi così precoci come in questo caso sono ingannevoli, specialmente se condotti senza braccio di controllo ma i numeri sono comunque molto buoni. Il confronte ci sta fino ad un certo punto, ma  Sutent fa registrare 11 mesi, Tivozanib 11,9 in una fase 3 della quale ho parlato non molto tempo fa.

Interessante comunque un paziente con metastasi ossee che è stato seguito per determinare gli effetti del farmaco su dolore e metastasi: alla 7ma settimana  si è osservata una parziale risoluzione delle metastasi ed una riduzione dei farmaci antidolorifici ed ha continuato con il regime ridotto di farmaci anche alla 25ma settimana. Un secondo paziente ha sperimentato una risoluzione del dolore alla quarta settimana ed è rimato libero dal dolore alla 73ma settimana. Se ci concentriamo su questi dati in ottica fase 3 in pazienti con cancro alla prostata metastatico ed in particolare all’endpoint relativo alla diminuzione del dolore, il dato è senza dubbio confortante.

Questi dati fanno il paio con quelli diffusi un paio di settimane fa su pazienti affetti da epatocarcinoma (HCC).

Ma il motivo della salita non è nemmeno questo. Aspettative per l’ASCO? Può essere… Merito di questo periodo d’oro, visto che ultimamente qualsiasi titolo farmaceutico sta salendo? In parte di sicuro si.

Sta tornando ai valori che le competono? Si.

Più domande che risposte.

Cabozantinib sarà presto impegnato in due fasi 3 che lo vedranno impegnato in pazienti con carcinoma alla prostata metastatico resistente alla castrazione (mCRPC) e vista la mole di sperimentazioni nelle quali è coinvolto EXEL ha la capacità di generare eventi in continuazione. Le fasi 3 rimangono l’evento più importante assieme ad i dati di sopravvivenza (OS) che verranno dagli studi iniziali in pazienti con mCRPC oltre che al percorso per l’approvazione di Cabozantinib in pazienti con carcinoma midollare della tiroide.

Quello che aspettiamo insomma è una serie di dati che ci aiutino a risolvere il dilemma che attanaglia Cabozantinib: è troppo bello per essere vero?

Domanda ben più importante di quelle relative ai possibili compratori o del perché il CEO abbia deciso di approdare su twitter… anche se sicuramente meno intrigante e misteriosa, meno da spy story.

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9… 8… 7… siete ancora qui?