Ok, siamo in piena febbre da europei di calcio e che c’è di meglio che guardare l’Italia giocare, bevendo una Peroni ghiacciata, mangiando una frittatona con cipolle e leggendo un articolo che parla di una compagnia tedesca leader nel campo dello sviluppo di anticorpi monoclonali? Oh, se c’è qualcuno della Peroni che sta leggendo, una scorta a vita di birra sarebbe cosa gradita, tanto a voi non costa nulla… L’inizio citando gli europei di calcio è in parte un bieco tentativo di fregare i motori di ricerca, mi pare ovvio. Ha funzionato in passato e ci provo ancora oggi, ma in modo meno vistoso ripstto a quand infilavo Harry Potter o Chuck Norris nei titoli senza alcun riguardo. In parte però ha senso, visto che vorrei parlare di più di biotech europeo, visto che non abbiamo nulla da invidiare in confronto ai cugini americani. La fregatura è che rimane molto più semplice per l’italico investitore acquistare titoli a stelle e strisce piuttosto che nel mercato francese, belga o norvegese. Morphosys si può acquistare con Directa, lo dico per esperienza personale.
Morphosys basa gran parte della sua attività di ricerca e sviluppo su un modello che in pochi, nel settore farmaceutico, sono in grado di sostenere. La grana arriva da una serie di iniziative disparate ma lucrative e tutto senza avere lo straccio di un farmaco approvato, visto che il composto in fase più avanzata di sperimentazione è entrato da pochissimo in fase 3.
I soldi arrivano da una unità che si occupa di test diagnostici (mercato veramente interessante), dalla vendita di anticorpi per molteplici impieghi, da accordi con case farmaceutiche importanti che sborsano cifre ingenti al raggiungimento di traguardi legati a sviluppo dei farmaci e da contratti legati allo sfruttamento delle tecnologie che Morphosys ha sviluppato in questi anni.
Qualche numero per far capire di cosa stiamo parlando. MorphoSys ha 8 programmi proprietari in fase di sviluppo (due dei quali in co-sviluppo con Novartis, ma di questo parlo dopo) e 63 programmi con partnership che comprendono big pharma come Roche, Astella, Johnson & Johnson, Pfizer, Bayer ed Oncomed. L’azienda capitalizza poco meno di 400 milioni di euro e, come detto, si finanzia quasi esclusivamente attraverso la vendita di prodotti, servizi e tecnologia, senza nemmeno un farmaco approvato.
MorphoSys & Roche lungo la Scarlet Road.
Il 6 giugno scorso, meno di una settimana fa, Roche ha annunciato di voler espandere la fase 2 (chiamata SCarlet ROaD) che vede investigato Gantenerumab per il trattamento di pazienti con forme di Alzheimer che non sono ancora divenute gravi, prima che insorgano forme di demenza. Lo studio potenzialmente registrativo vedrà circa 770 pazienti arruolati e sarà accompagnato da un kit diagnostico che sarà utile per determinare la scelta dei pazienti più idonei a ricevere il farmaco. La fase 3 sarà condotta attraverso l’impiego del farmaco in due dosaggi e controllata con un braccio con somministrazione di placebo, vedrà i pazienti sottoporsi al trattamento per 104 settimane e valuterà il farmaco sia attraverso test cognitivi sui pazienti, sia dal punto di vista della riduzione di beta amiloide nel cervello. Tanto per fare un paragone, il livello di riduzione di amiloide verificato nelle prime fasi di sperimentazione è andato dal 16 al 36% nei primi 7 mesi di terapia, dato incoraggiante visto che bapineuzumab allo stesso punto aveva prodotto solo il 9%. Bapineuzumab è impiegato un diverse fasi 3 che cominceranno a dare i primi risultati alla fine di quest’anno. Lo sviluppo del farmaco è stato sempre oggetto di discussione vista la tendenza nel migliorare i valori dei biomarker nei pazienti in misura non sufficiente ne a generare grande entusiasmo ne grande delusione. Dal punto di vista della diminuzione di beta amiloide Gantenerumab in un piccolo campione di pazienti si è mostrato superiore, ma anche se il dato si mantenesse inalterato attraverso questa grande sperimentazione, non è detto che ciò poi si tramuti in un beneficio clinico rilevante. Di sicuro, chi se ne avvantaggerà maggiormente, specie se i dati poi saranno buoni, saranno i pazienti e la ricerca. Attendiamo presumibilmente il 2016/2017 per i risultati, poi ne riparleremo. Nel frattempo però l’avanzamento del farmaco attraverso questa nuova fase ha garantito a MorphoSys di incassare altro denaro dal partner Roche, come previsto da contratto.
MorphoSys e Novartis.
Le due compagnie sono legate a doppio, per non dire triplo, filo. Stando ai dati diffusi ad inizio giugno, Novartis possiede il 6,4% delle azioni di MorphoSys (il 46% è in mano agli istituzionali, il 22% ad investitori retail, l’1,9% al management, il 23% ad investitori non identificati).
Oltre alla presenza azionaria, Novartis paga ogni anno 40 milioni di euro per onorare un accordo decennale che le consente di impiegare la tecnologia di MorphoSys per sviluppare nuovi farmaci. Importante notare che questa stipula riguarda la meno innovativa delle piattaforme in possesso di MorphoSys, mentre l’ultima chiamata Ylanthia è, per quel che ne so, libera da ogni vincolo.
Novartis e MorphoSys hanno anche due programmi di sviluppo farmaci in condivisione a livello preclinico dei quali non si sa nulla ed alcuni farmaci in sviluppo concessi in licenza al colosso svizzero. Di questi farmaci si sa poco a causa della scelta di Novartis di tenere nascosti alcuni dettagli, ma in linea di massima quello che si può dire è che in fase 2 sono 4:
- BHQ 880
- BYM 338
- NOV-3
- NOV-4
mentre in fase 1:
- NOV-5
- NOV-6
Molto interessante è BHQ 880, farmaco in sviluppo nel trattamento del mieloma multiplo, sia in pazienti con insufficienza renale che per pazienti con mieloma smouldering (mieloma asintomatico o indolente). BHQ 880 nasce per inibire l’attività di DKK1, una proteina prodotta dalle cellule tumorali del mieloma multiplo, permettendo di limitare i danni ossei e arginare la diffusione della malattia.
La proteina DKK1 complica la vita agli osteoblasti, le cellule che costruiscono la matrice delle ossa, inibirla quindi attraverso l’anticorpo fa aumentare il numero degli osteoblasti oltre ad altri parametri che normalmente vengono correlati ad un osso in corretto sviluppo.
Altro composto che merita due righe è BYM 338, anch’esso in fase 2. Il farmaco agisce sulla via ActRIIB ed è studiato per combattere la cachessia, la perdita di peso e tono muscolare legata a neoplasie ed altre malattie debilitative. Ne ho parlato brevemente in un articolo su GTX Inc (GTXI) e tornerò a parlarne quando mi occuperò di un altro gioiello europeo, Galapagos NV. Altre indicazioni possibili sono la sarcopenia e miositi a inclusioni sporadiche, con possibili dati già entro la fine dell’anno.
Oh, che il bersaglio sia il pathway ActRIIB non è confermato ne da Novartis ne da Morphosys, che però non smentiscono nemmeno. Recenti studi dimostrano che limitare perdita di peso e massa muscolare aiuta la sopravvivenza in pazienti con diverse forme di tumore, non va quindi sottovalutata l’importanza del farmaco anche in luce del fatto che sono in pochissimi a trovare un partner tra le big per farmaci simili. Chiedete a GTX Inc (GTXI) o a Ligand (LGND)…
MorphoSys, farmaci proprietari & conclusione.
Come detto prima, MorphoSys ha anche programmi che coinvolgono farmaci dei quali possiedono la totalità dei diritti. Non entro nel merito in questo articolo che mi pare già troppo lungo, lo farò più avanti, qualche cenno però ci vuole, per completezza di informazioni.
In fase 2 MorphoSys ha un farmaco chiamato MOR 103 che fra pochi mesi darà i primi risultati nel trattamento dell’artrite reumatoide (RA). Quello della RA è un campo ostico, vista la concorrenza spietata di prodotti biologici già affermati come Humira e Cimzia e altri in divenire come Gevokizumab di Xoma (XOMA… si, dovevo metterlo per forza!) CCX354 di ChemoCentrix (CCXI), RG7416 di Roche e la lista è lunghissima. MOR 103 ha il vantaggio di essere impiegato (ma il reale valore è ancora da testare) anche nel trattamento della sclerosi multipla. Se i dati della fase 2 nella RA si potrebbe pensare ad una partnership con il valore aggiunto possibile di una indicazione nella sclerosi multipla che potrebbe essere validata dai dati attesi nell’inizio 2013.
Altro composto particolarmente interessante è MOR 202, anticorpo anti CD19 che, sebbene potesse essere creato internamente, stato preso in licenza da Xencor. Qui mi fermo, di questi farmaci ed altri ancora mi occuperò in un prossimo articolo.
Il nome dato all’ultima generazione della piattaforma per la realizzazione di anticorpi, Ylanthia, deriva dal nome dell’albero del paradiso: l’Ailanthus altissima, conosciuto comunemente come albero del paradiso o ailanto.
In Cina, l’albero del paradiso è citato nel più antico dizionario cinese conosciuto e menzionato in innumerevoli testi di medicina per la sua riconosciuta abilità di curare mali che vanno dalle malattie mentali alla perdita dei capelli.
Ho letto da qualche parte che può secernere una tossina che non fa attecchire nulla nei suoi dintorni.
Attorno a MorphoSys invece, sembra crescere parecchio interesse.