Ieri, poco prima dell’apertura dei mercati, ho inviato una mail agli iscritti alla newsletter riguardante Geron ($GERN) con il seguente testo:

Un saluto a tutti gli iscritti! Nel caso non rientrasse nei vostri radar, porto all’attenzione il fatto che ieri Geron (GERN), compagnia della quale mi sono spesso occupato, ha provveduto a batter cassa: Geron Corporation (Nasdaq: GERN) today announced that it intends to offer and sell shares of its common stock in an underwritten public offering. Geron also expects to grant the underwriters an option to purchase up to an additional 15% of the shares of common stock offered in the public offering, exercisable for 30 days. All of the shares in the proposed offering are to be sold by Geron. The offering is subject to market and other conditions, and there can be no assurance as to whether or when the offering may be completed, or as to the actual size or terms of the offering. Si tratta di un candidato di prim’ordine a soddisfare la regola #2 di CK, quindi suggerisco di controllarne l’andamento in giornata, potrebbe essere un buon acquisto. Logicamente, si impone un articolo al riguardo… Buona continuazione, Andrea AKA Cerealkiller

Ok, il testo era un po’ più sgrammaticato, ma scrivevo in preda alla foga, nel tentativo di far arrivare il messaggio il prima possibile. Gli iscritti sono molti, le tempistiche di consegna variabili. Prima di entrare brevemente nel merito della questione legata alla compagnia, qualche precisazione sulla newsletter. In molti casi la mail potrebbe non arrivare o, meglio, potrebbe finire nella casella dello spam. Il motivo è semplice, per alcuni risulto essere un killer, quindi dovete essere protetti dal comunicare con me. La lista delle organizzazioni che tengono a voi comprende Gmail, un colosso farmaceutico della vicina Svizzera, alcuni ministeri dello stato italiano (non ci volevo credere nemmeno io) ed alcune banche. Se vi siete registrati con un account appartenente a queste categorie, è  probabile che la newsletter non vi arriverà mai o, nel caso di Gmail, la troverete nello spam. Il suggerimento che posso darvi è di usare un account personale e più in generale, se non ricevete nulla, scrivetemi che sistemiamo il tutto. SCRIVI A CK ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Se ritenete ci siano altri strumenti che possano essere utili per ricevere queste segnalazioni in modo più tempestivo o user friendly, fatemelo sapere. Allo stesso modo, se avete segnalazioni su titoli che potrebbero soddisfare la regola #2 di CK, non esitate a comunicarli. Siamo tutti sulla stessa barca e se non ci aiutiamo fra di noi non ci aiuta nessuno, poco ma sicuro. Occhi aperti quindi.

Ok, torniamo a noi. L’alert di ieri si basa su 2 fattori, in primo luogo Imetelstat è un farmaco decisamente interessante, controverso ma interessante; in secondo luogo va tenuto conto il fatto che in questo mercato frenetico fatto di cadute o rimbalzi, il gatto morto è sempre dietro l’angolo. Geron, lo vedete dal grafico qui sotto, si muove nervosamente.

 

GERON GERN grafico

 

Come si può notare esistono due trend significativi ed ASH (American Society of Hematology) è stato lo spartiacque. L’attesa per il meeting ha elevato la quotazione in modo spaventoso, il rilascio degli stessi ha causato un fisiologico calo. Gli ultimi giorni sono puro caos. Si naviga a vista influenzati da due forze predominanti: quella della speranza e quella dell’incredulità.

Imetelstat è un farmaco decisamente controverso . In questo ricorda molto Cabozantinib, ma il paragone più calzante è quello con Momelotinib, ex CYT 387 di YM Biosciences (YMI), azienda acquistata poi da Gilead per oltre mezzo miliardo di dollari. Prima dell’accordo fra le due società, CYT 387 era considerato come Imetelstat oggi: troppo bello per essere vero. Tutti e due i farmaci si rivolgono allo stesso mercato, quello della mielofibrosi (MF), ma sono differenti come meccanismo d’azione ed effetti. CYT 387 veniva considerato da molti un fuoco di paglia sulla base della convinzione che il pregio maggiore del farmaco, ossia l’effetto sull’anemia nei pazienti, non fosse reale. YM Biosciences si trovava nel portafoglio biotech al momento dell’annuncio di Gilead per il semplice motivo che ho sempre creduto nel farmaco, a dispetto dei detrattori. Oggi possiamo affermare che avevo ragione su CYT 387, ma su Imetelstat?

La questione riguardo Imetelstat è ancora più complessa, qui il bersaglio si sposta decisamente in alto. Fra tutti i recenti farmaci in fase di sviluppo o recentemente approvati per i trattamento di Mielofibrosi (essenzialmente JAK inibitori) Imetelstat si differenzia per un aspetto fondamentale. Jakafi, Pacritinib, Momelotinib affrontano la malattia affrontandone i sintomi, Imetelstat punta a curarla. Sappiamo dai dati di Jakafi che curare i sintomi produce un beneficio in termini di sopravvivenza, ma questo è ben diverso da quello a cui punta Geron. Imetelstat può essere una pietra miliare per i pazienti affetti da MF.

La fase 1 ha mostrato come il farmaco sia stato capace di produrre  4 risposte complete ed una risposta parziale e, cosa più importante comunicata recentemente, le risposte stanno perdurando. L’aspetto meno favorevole riguarda la tollerabilità del trattamento, motivo che ha causato l’ultimo scivolone del titolo (lo vedete nel grafico che vi ho postato sotto la scritta “Effetto DROP OUT”). Nello specifico, a gettare panico fra gli investitori, è stata la notizia della chiusura al’arruolamento dello studio condotto alla Mayo Clinic e dei 20 soggetti fuoriusciti dallo studio. Nessun collegamento fra eventi avversi e chiusura dello studio:

Mayo Clinic has informed Geron Corporation (the “Company” or “Geron”) that effective January 22, 2014, the Myelofibrosis IST has been closed to new patient enrollment, and that the remaining patients in the study will continue to receive imetelstat treatment and be followed under the Myelofibrosis IST protocol. The Company believes that approximately 79 patients have been enrolled in the Myelofibrosis IST, including nine patients with blast-phase myelofibrosis and nine patients with refractory anemia with ringed sideroblasts (“RARS”), a subpopulation of myelodysplastic syndromes, and that approximately 20 patients have discontinued from the study since its inception.

 

Francamente, non vedo il motivo di tanto pessimismo. Il tasso di drop out non è elevato ed in mancanza di dettagli circa le motivazioni non è possibile stabilire quanto queste siano dovute a mancanza di efficacia o eventi avversi ed anche in quest’ultimo caso, se siano legati o meno al trattamento.

Geron porterà Imetelstat in fase 2 (ora ha anche abbastanza cassa da non doversi preoccupare più per un bel po’) somministrandolo in diversi dosaggi, presumibilmente:

  • 9,4 mg/kg, cioè lo stesso dosaggio della fase 1, ogni 3 settimane
  • 7,5 mg/kg ogni 3 settimane
  • 4,7 mg/kg somministrati 2 volte ogni 3 settimane

La possibilità di somministrare il farmaco ad un dosaggio inferiore potrebbe rendere più accettabile il profilo di tollerabilità pur mantenendone l’efficacia. Efficacia che per ora non ha paragoni.

Per conto mio Imetelstat non va visto come antagonista degli JAK inibitori in circolazione, ma come un possibile complemento. Si passa quindi dalla sicurezza del farmaco e, come vi dicevo, non credo che il drop out rate sia spaventoso, anzi. Anche ammettendo che il ruolo del farmaco si riduca a complemento ed in pazienti ad alto rischio, gli spazi per un lucrativo accordo ci sono tutti.

Jakafi è già diviso con Novartis, Momelotinib con Gilead. Non molto tempo fa Baxter ha siglato un contratto con Cell Therapeutics per i diritti di Pacritinib, delle due l’una: o ha ritenuto più interessante lo JAK inibitore o Geron ha chiesto più di quanto potessero permettersi.