Ieri alcuni amici mi hanno chiesto come mai, mentre in generale il settore farmaceutico quotato al Nasdaq se l’è cavata egregiamente, AEterna Zentaris (AEZS) e Keryx Biopharmaceuticals (KERX) hanno chiuso grossomodo appaiate a meno sette.

Il motivo è semplice, il trattamento Feuerstein.

Ieri il mio eroe ha trovato un nuovo modo di attirare le ire degli investitori, un modo che entrerà di diritto nella storia del giornalismo occulto.

La prima frase dell’articolo che vi invito a leggere è :

Keryx Pharmaceuticals’ colon cancer drug perifosine will fail when results from a phase III clinical trial are announced early next year.

Il grassetto è mio, Perifosine fallirà all’annuncio dei dati di fase 3 nei primi mesi del prossimo anno.

Wow. E chi lo dice? Lui e Mark Ratain, oncologo e professore della University of Chicago. Il motivo di questa funesta previsione? Non lo indovinereste mai!

Diciamo subito che lo spunto serve per rendere edotto il pubblico del Biostock Mailbag del fatto che Adam ha prodotto un editoriale pubblicato lo scorso mese sul  Journal of the National Cancer Institute (JNCI), del quale credo di aver fatto cenno quando parlammo di insider trading nei titoli farmaceutici.

Il succo del discorso è che dall’analisi fatta su 21 fasi 3 nel settore oncologico emerge un dato relativo alle compagnie con capitalizzazione inferiore ai 300M$ quattro mesi prima dell’annuncio dei dati. Queste sarebbero destinate al fallimento dei loro studi clinici ed il motivo sarebbe semplice, se il loro farmaco fosse veramente promettente e valido, una big pharma l’avrebbe già acquistato.

Il fallimento della fase 3 di Perifosine nel trattamento del cancro al colon confermerebbe questa teoria. KERX capitalizza 200 milioni di dollari e i dati sono attesi ad inizio 2012, fra circa 4 mesi. La questione tempo è relativa, ma sotto i 300 milioni KERX lo è da un po’.

Quindi, i dati della fase 2 non contano nulla?

Adam si è fatto la domanda e dato la risposta. Se i dati fossero stati veramente interessanti, qualche grossa compagnia si sarebbe già fatta avanti.

Ok, se leggete da un po’ questi miei articoli strampalati saprete che non sono un grande fan di Perifosine, quindi è ironico che debba essere io a difendere il farmaco da una “non accusa” di questo genere.

La fase 2 ha visto arruolati 38 pazienti (35 dei quali poi valutabil) in uno studio randomizzato vs placebo. E già, per essere una fase 2, il fatto della randomizzazione vuol dire tanto, cosa che è emersa anche dallo studio citato da Adam e socio per stendere l’articolo e l’editoriale.

20 pazienti nel gruppo di perifosine e 18 nel braccio di controllo. Il tempo mediano della progressione (TTP) è stato di 27,5 settimane contro le 10,1 del gruppo di controllo (P value< .001. la sopravvivenza mediana (OS) 17,7 vs 7,6 mesi (P value  = 0,0052).  La somma delle risposte (ORR) 20% vs 7% a favore di perifosine.

In un sottogruppo di pazienti refrattari al fluoracile (ma qui i numeri cominciano ad essere piccoli) la  TTP mediana è stata di 17,6 settimane contro 9 e la OS mediana di 15,1 mesi contro i 6,5 del placebo.

Vero, i pazienti sono pochi, ma i dati stellari e statisticamente confortanti, non ne dovremmo tenerne conto?

La capitalizzazione risente della crisi che ha investito i mercati ed è sottostimata o era sovrastimata prima?

Conta più la capitalizzazione o il fatto che il  maggior azionista,  Fidelity Management and Research, abbia ridotta la sua partecipazione in KERX da 5,8 milioni di azioni a 875.000 (tra l’altro, l’amico Adam ha scritto casualmente un articolo su questo pochi giorni fa)?

Io non sono un fan di perifosine, ma c’è qualcuno che mi batte.

Il farmaco è diviso fra AEZS che ne detiene i diritti per l’Europa e KERX. Insieme capitalizzano 340 milioni di dollari, sarebbero stati 360 senza l’articolo di Feuerstein, conta qualcosa?