A choice is made, made of free will
Just like the choice, the choice to kill
In the speed of a moment
Life stands still now you’re standing in my killing field.

Slayer, “Killing Fields”

Due sono le cose che mi hanno colpito di Innate Pharma (IPH), anzi tre. Bassa capitalizzazione, meccanismo d’azione dei farmaci e l’accordo multimilionario con Bristol Myers Squibb (BMS). Oh, e gli studi Nivolumab (quello con Yervoy è arrivato dopo); quindi sono quattro cose. Quella che più da l’idea delle potenzialità di questa piccola biotech è l’accordo con BMS riguardo lo sviluppo di IPH 2102 (segnatevi bene il nome del farmaco, si rischia di far confusione). La firma sul contratto garantisce a BMS l’esclusività dei diritti a livello mondiale dei prodotti anti-KIR di casa Innate Pharma a fronte di un pagamento iniziale di 35 milioni di dollari oltre a possibili milestones che possono arrivare fino a 430 milioni in base agli obiettivi raggiunti. Ciliegina sulla torta, royalties sui ricavi netti delle vendite in doppia cifra. Per contestualizzare l’accordo in modo migliore, tenete presente che Innate Pharma si occupa di immunoterapia, in modo particolare (come suggerisce il nome) di stimolare il sistema immunitario innato, BMS ha in faretra uno dei primi agenti immunoterapici approvati da FDA in ordine di tempo, ossia Yervoy, ed uno fra i più promettenti in fase di sviluppo, ossia Nivolumab. Yervoy, con tutti i suoi limiti, rimane il primo trattamento approvato specificatamente per il melanoma, “Nivo” ha fatto girare la testa a tutti l’ultimo ASCO. Non è solo la qualità del parner, anche le cifre sono indicative. La stipula risale a luglio 2011 ed allora le sperimentazioni erano ancora ad un livello più acerbo di oggi. Non so oggi, ma a quella data, il contratto con BMS era il potenzialmente più lucrativo di licenza di un farmaco mai siglato da una compagnia francese, a detta di Hervé Brailly, CEO di Innate Pharma. Come se non bastasse, BMS si impegna a finanziare tutti i costi di sperimentazione, garantendo una longevità elevata alla cassa. In capo ai francesi, la conduzione della fase 2 EFFIKIR, nel trattamento della leucemia mieloide acuta (AML).

Riprendo da dove ho lasciato nell’introduzione alla compagnia, con gli appuntamenti di Innate Pharma (IPH) già in calendario per il 2013:

  • 5 marzo, 2013: Publication of 2012 financial statements, with management comments. The 2012 Reference Document and Financial Report (included in the Reference Document) will be released during the second quarter of 2013.
  • 7 maggio, 2013: Publication of revenue for 1Q2013, with management comments.
  • 28 giugno, 2013: Annual shareholders meeting in Marseilles.
  • 19 settembre, 2013: Publication of mid-year financial statements as of June 30, 2013, with management comments.
  • 5 novenbre, 2013: Publication of revenue for 3Q2013, with management comments.

Innate Pharma ha due candidati in fase avanzata di sviluppo, tutti e due in licenza a colossi biotech: IPH 2102 con BMS ed IPH 2201 con Novo Nordisk. Questa la pipeline:

 

innate pharma pipeline

 

 

Ora, come vedete dall’immagine qui sopra, BMS ha in licenza l’anticorpo IPH 2101, poco sopra vi avevo detto di segnare bene il nome del farmaco e l’ho chiamato IPH 2102. Si tratta del medesimo anticorpo, ma prodotto attraverso due vie differenti: lo ’02 viene da cellule coltivate in vitro da ovaie del criceto cinese, lo ’01 invece  da cellule ibride. Ogni sviluppo futuro sarà affrontato da IPH 2102, anticorpo anti KIR disegnato per aumentare la capacità delle cellule NK (Natural Killer) di aggredire il tumore.

 

Sistema Innate…

 

In poche parole funzione così. Il nostro sistema immunitario può essere divisi in “innato” o “adattativo”. Il primo viene anche detto “aspecifico”, il secondo invece “specifico” ed è più efficace, più mirato e frutto di una precedente sensibilizzazione che può essere causata da vaccini o da infezioni. Il sistema innato non ha quindi una specificità ed il suo effetto non è durevole, ma può essere stimolato. Innate Pharma prova a fare proprio questo, stimolare le cellule del sistema aspecifico a combattere cellule che il nostro organismo non riesce a riconoscere come estranee, come nel caso di quelle tumorali o comunque modularne la risposta per poter intervenire anche nel trattamento delle malattie autoimmuni.

Mentre nel caso di farmaci che mirano allo spazio del sistema adattativo si può notare un’agguerrita concorrenza, il versante legato al sistema innato è quasi sgombro da possibili concorrenti. Non mi risultano farmaci con caratteristiche simili a IPH 2102 o a IPH 41 o ancora al programma in partnership con Novo Nordisk; Johnson & Johnson e Opsona Therapeutics stanno perseguendo qualcosa di molto simile ad IPH 33, cioè approcciare il bersaglio attraverso anticorpi monoclonali, anche se il TLR (Tool-like receptor) è oggetto di sperimentazione anche per compagnie come GSK, Pfizer, Idera (IDRA) o AstraZeneca, ma attraverso agonisti.

Oggi non voglio occuparmi nel dettaglio dei farmaci però, questo aspetto sarà affrontato nella seconda parte. Voglio raccontarvi qualche cosa riguardo al loro sviluppo, prima di affrontare il discorso finanziario di Innate Pharma.

IPH 21 inizialmente faceva parte del pacchetto di progetti concessi a Novo Nordisk, assieme a IPH 22 e IPH 23. Quando Novo decise di smarcarsi dal segmento oncologia, restituì ad Innate i diritti legati allo sviluppo in quell’ambito e acquistò a titolo definitivo quelli legati ad IPH 23, mentre per IPH 22 mantenne un rapporto di partnership come attualmente si presenta. Fu il ritorno di quei diritti a consentire l’accordo con BMS, circa 3 anni dopo. IPH 23, per il quale Innate non può vantare quattrini a nessun titolo, si trova in fase 2 nel trattamento della malattia di Crohn. Se da una parte non ha un ruolo nel calcolo di quanto possa valere Innate in termini di capitalizzazione, dall’altro testimonia quanto di buono possa fare la compagnia.

Innate Pharma ha cassa sufficiente fino al 2015, ha in Novo Nordisk il suo maggior azionista con il 14,8% delle azioni emesse e, particolare da non trascurare, è in società con la connazionale Transgene in Platine Pharma Services, una compagnia dedita a fornire servizi basati su piattaforme tecnologiche comuni e inerenti l’immuno modulazione, per lo sviluppo di farmaci sia a livello preclinico che clinico.