Esiste sulla faccia della terra una compagnia che sbaglia studi clinici, fornisce pessimi risultati dei suoi farmaci tanto da dover fermare le sperimentazioni in corso e nonostante questo vede la propria quotazione salire? Certo che si, si chiama Infinity Pharmaceuticals (INFI).

So cosa state pensando. E’ venerdì e fa caldo. Nessuno vuole sentir parlare di farmaci con strani nomi, biomarker e malattie dai nomi impronunciabili.

Lo capisco. Infatti oggi si parla solo di belle donne, soldi e motori

Ci avete creduto? No, sul serio? Oggi si parla di PI3K gamma/delta inibitori, altro che pupe. Però di soldi parliamo, eh.

Infinity basa la sua esistenza su una serie di farmaci altamente innovativi, per lo meno per quanto riguarda la classe di appartenenza, un Hh inibitore, un HSP90 inibitore ed un PI3K gamma/delta inibitore. Ok, la lista è da aggiornare… 

L’Era del riccio di è inaugurata con l’approvazione da parte di FDA di Erivedge, al secolo Vismodegib, primo Hedgehog inibitore a vedere la luce nel mondo dei farmaci commercializzati, per la gioia di Curis (CRIS) e Roche. IPI 926 di Infinity avrebbe dovuto essere uno dei prossimi, ma questo, a meno di miracoli, non accadrà.

Erivedge è stato investigato su oltre 450 pazienti in diverse indicazioni oltre al BCC (per la quale è stato approvato da FDA), come ad esempio cancro al colon-retto metastatico e ovarico in seconda e terza linea.Riguardo al colon-retto ed all’ovarico, non vi è stata sufficiente dimostrazione di attività per giustificare ulteriori studi, suggerendo l’ipotesi che Vismodegib non sia attivo nei tumori paracrino/ligando-dipendenti. Infinity, anziché seguire la strada di Erivedge si è lanciata con IPI 926 in indicazioni che poi si sono rivelate suicide. Nel condrosarcoma IPI 926 non funziona, lo stabilisce l’analisi di futilità effettuata a giugno, stessa sorte per il trial sulla mielofibrosi, fermato a causa dell’inefficacia del farmaco.

Jun. 18, 2012– Infinity Pharmaceuticals, Inc. (NASDAQ: INFI) today announced interim data from its Phase 2, double-blind, randomized, placebo-controlled study of saridegib (IPI-926) in patients with metastatic or locally advanced, inoperable chondrosarcoma. The primary endpoint of the Phase 2 study was progression-free survival. While the final analysis is not complete, a planned futility analysis of data from the study was conducted by the study’s independent Data Monitoring Committee and concluded that treatment with saridegib was similar to placebo and, therefore, the trial would not meet its primary endpoint. In the trial, saridegib was generally well tolerated. Based on this interim analysis, Infinity is voluntarily stopping the trial. The company expects to present the final data after all analyses are complete.

[…] Infinity also announced today that it will not continue its Phase 2 exploratory trial of saridegib in patients with myelofibrosis. This decision was made based on data from the initial cohort of 12 evaluable patients. The level of clinical activity observed in this cohort did not satisfy the company’s pre-specified criteria for expansion.

IPI 926 semplicemente non funziona.

Infinity & Mundipharma, copia di fatto.

Se date uno sguardo al calendario, noterete un appuntamento relativo ad Infinity (INFI). Si tratta della rinegoziazione del contratto di collaborazione che riguarda l’azienda con il partner Mundipharma.

According to Mundipharma, based on such discontinuance and Mundipharma’s recent evaluation of the relevance of the company’s remaining development programs to Mundipharma’s business, Mundipharma made a request to the management of the company that the company agree to delay the due date for payment by Mundipharma of the 2012 third quarter invoice for research and development funding, in the amount of $27.5 million, until July 16, 2012, while the parties enter into formal discussions with respect to potentially restructuring the collaboration agreement.

Si tratta di rinegoziare l’accordo stipulato nel 2008. Mundipharma sposta il pagamento della tranche di danaro dovuta ad Infinity, in parole povere le cose stanno così: prima si rinegozia il contratto, poi arrivano i soldi.

Questo perché? Gli stop a IPI 926 fanno si che il farmaco più interessante di Infinity sia IPI 145, inibitore della delta/gamma PI3K con un potenziale strepitoso, ma ancora relegato alle fasi di sviluppo più primitive, ossia la fase 1. Il 16 luglio si parlerà soprattutto di questo.

Infinity e Mundipharma entrano in questo accordo nel novembre 2008. L’alleanza riguarda sia l’hedgehog inibitore, sia il programma relativo al PI3K inibitore, sia altri composti in fase pre-clinica. Infinity manteneva i diritti per il mercato domestico, mentre per il nostro vecchio continente avrebbe ricevuto royalties e milestones.

Per quanto concerne i pagamenti relativi all’Hh inibitore IPI 926, l’impegno di Mundipharma per sostenere lo sviluppo del programma era legato ad un “end of phase 2” meeting da tenersi fra Infinity e FDA. Scopo di tali incontri è pianificare il percorso verso l’approvazione del farmaco, solitamente passando per una fase 3. Mi sembra superfluo aggiungere che tale evento non sia destinato a verificarsi, visti i risultati degli studi clinici.

Mundipharma crede nel programma PI3k gamma/delta ed ha buoni motivi per farlo. Mentre il panorama dei PI3k inibitori si fa affollato, le isoforme gamma e delta sono viste come le più promettenti ed interessanti, in buona parte grazie ad un farmaco precursore di questa branca di inibitori: CAL 101 di Calistoga/Gilead.

Gilead ha acquistato il farmaco in una transazione da 600 milioni di dollari, 375 dei quali in contanti, la restante parte in milestones legate allo sviluppo del farmaco. Il potenziale del farmaco è smisurato ed è accreditato da molti come il vero competitor di Ibrutinib (PC 32765) di Pharmacyclics, farmaco che poi ha generato un accordo ancor più remunerativo del quale ho parlato in un articolo passato.  Johnson & Johnson, per avere Ibrutinib sono disposti ad arrivare a quasi un miliardo di dollari.

Esiste anche un altro termine di paragone. Tanto per cambiare si parla di Exelixis (EXEL).

Poco prima dello scorso Natale Exelixis (EXEL) ha concesso la licenza mondiale a Merck per  quanto riguarda il proprio programma di ricerca e sviluppo nel campo della PI3K-delta assieme al farmaco XL 499, il PI3K inibitore in fase più avanzata. Il contratto prevede il pagamento di una prima rata e milestone che potrebbero fruttare ad Exelixis fino a 239 milioni di dollari. Unitamente a questo, ad Exelixis potrebbero arrivare altre milestones legate ad obiettivi di vendita oltre che a royalties sugli incassi netti.

Altro nome da segnalare, anche se non si tratta di compagnia quotata: Pathway Therapeutics. La compagnia si concentra sul percorso PI3k/mTOR per quanto concerne l’oncologia ma ha un programma specifico legato all’inibizione dell’isomero delta della PI3k sia per l’oncologia che per il settore infiammatorio, delle malattie autoimmuni ed a carico del sistema respiratorio.

Conclusione.

Una parte di voi sta sicuramente sperando che adesso si cominci a parlare di motori e belle donne. Non sarà così, vi ho ingannato. Sono un bruto.

Mi pare evidente che se IPI 145 dimostrasse di avere simili potenzialità rispetto a CAL 101,saremmo di fronte ad un farmaco impressionante, con tutte le possibili implicazioni legate alla quotazione. Questo al momento non lo possiamo sapere, sappiamo solo che alla luce di quanto emerso sul versante degli altri farmaci, la rinegoziazione del contratto fra Infinity e Mundipharma sia doverosa.

Infinity non ha propriamente il coltello dalla parte del manico, ma quasi. E questo nonostante i continui fallimento dell’Hh inibitore. Infinity capitalizza 400 milioni di dollari, il che non è poco, considerando che IPI 145 è ancora in fase embrionale, ma se dovesse capitare qualche altra disgrazia… diciamo all’HSP90 inibitore… si potrebbe pensare di fare un’entrata. Oh, a proposito dell’inibitore della proteina da shock termico: secondo me non vale nemmeno la metà di Ganetespib.

Mi viene da sperare che lo dimostri coi fatti…