@GalapagosNV $GLPG 100mg twice-daily dosing data highly statsig. no stat relevant diff for the once& twice-daily dose pic.twitter.com/KCrZ3WaQxH
— il falso guaritore (@falsoguaritore) 15 Aprile 2015
Primi dati dallo studio DARWIN 1 che vede impiegato filgotinib (una volta conosciuto come GLPG0634) in soggetti affetti da RA e prime importanti conferme per Galapagos NV. Lo studio ha centrato l’endpoint primario, ossia la percentuale di pazienti che ha registrato un punteggio ACR20 statisticamente superiore rispetto al placebo. DARWIN 1 è stato condotto a diversi dosaggi e diversi regimi, che sono sintetizzati nella tabella che vedete nel tweet ad inizio articolo e che vi riporto qui, assieme ai dati sull’efficacia a 12 settimane:
Alcuni aspetti sono da chiarire immediatamente. In primo luogo sembra che non esista un vantaggio statisticamente significativo fra la schedule che prevede una sola somministrazione quotidiana e quella che ne prevede due. Di per se questo non è un segno di inefficacia, rende solo più interessante il discorso della scelta del regime da portare avanti in fase 3, se questa ci sarà (come mi pare lecito attendere).
Altro aspetto che va considerato ora è che è evidente il fatto che esista per certo un rapporto fra dosaggio ed efficacia. Questo non è detto che sia così chiaro quando avremo a disposizione i dati a 24 settimane, dato che il disegno dello studio prevede che i soggetti destinati a placebo o ai dosaggi inferiori di filgotinib che non abbiano risposte adeguate al trattamento vengano randomizzati ad uno dei seguenti gruppi: 50 mg due volte al dì o 100 mg una sola volta al giorno.
Vediamo come si possono interpretare i dati diffusi oggi da Galapagos NV. Iniziamo dall’efficacia. Premettendo che una comparazione precisa è impossibile da fare fintanto che i dati completi non saranno a disposizione, ad iniziare dalle caratteristiche di base dei pazienti arruolati, possiamo dire che prendendo a misura tofacitinib (Xeljanz) di Pfizer e quanto ha fatto registrare nelle varie fasi 3, filgotinib non sfigura per nulla. Se raggiungere l’endpoint principale non era una sfida così improbabile da vincere la misura degli endpoint secondari come ACR50 e ACR70 da il senso di come si possa piazzare il JAK1 inibitore di Galapagos ed AbbVie. La somministrazione di 200 mg, in una sola volta o in due tempi, ha permesso di ottenere a 3 mesi (i dati sono a 12 settimane) percentuali di risposta in termini di ACR50 pari al 43% ed al 55% rispettivamente. Se prendiamo i dati di due fasi 3 di tofacitinib simili, quindi in pazienti con inedeguata risposta a MTX e con MTX in background, i dati non sono certo superiori:
ORAL Scan ed ORAL Standard sono gli studi più vicini a DARWIN 1. I dati sono a 6 mesi, non a 3, ed al dosaggio maggiore sono pari al 43,7% ed al 34,7% rispettivamente. Va detto che in questi studi, come in DARWIN 1, è prevista la possibilità di cross-over per i pazienti che non beneficiano del trattamento. Altro aspetto da notare è la risposta del placebo (8,4 e 12,3), inferiore a quella fatta registrare in DARWIN 1 (15%). Considerando il cross-over (che presumibilmente ha beneficiato i pazienti in Scan e Standard) ritengo che il vantaggio garantito da tofacitinib acquisti ancora più valore, anche se non raggiunge i picchi di filgotinib. Per chiarire quanto i farmaci valgano, in mancanza di uno studio testa a testa fra i due, occorrerà attendere i dati di filgotinib in monoterapia, ma al momento credo si possa affermare che l’inibitore di Galapagos ha svolto il suo lavoro egregiamente. Filgotinib è efficace ed è veloce nella sua azione. Se Pfizer poteva vantare una rapidità d’azione di tofacitinib invidiabile, sostenendo che i primi corposi effetti fossero evidenti già a partire da due settimane di trattamento, filgotinib sembra metterci una sola settimana. Difficile esprimersi al riguardo, ma se i dati avessero un fondamento (e per il momento non ne sappiamo nulla), anche solo una settimana di differenza sarebbe importante.
L’elemento discriminante potrebbe essere la tollerabilità della terapia. Qui i dettagli sono pochi e fino a che lo studio rimarrà mascherato (doppio cieco) non sarà dato sapere quanto il drop out dallo studio abbia riguardato pazienti randomizzati al placebo e quanto a filgotinib. Al momento, stando alla nota della compagnia, 10 pazienti hanno abbandonato lo studio a causa di problemi legati alla tollerabilità del trattamento. L’1,3% dei pazienti usciti (su un totale di 594) lo ha fatto per eventi avversi gravi con particolare riferimento a 3 casi di infezioni di articolare gravità. sebbene sia possibile che qualche evento sia riconducibile al braccio del placebo, è più verosimile che vi sia coinvolto filgotinib, anche se non è dato sapere in quale dosaggio ed in quale modalità di somministrazione. Particolare degno di nota, anche in questo caso la specificità verso JAK1 conferisce ai pazienti trattati un aumento dell’emoglobina rispetto alla baseline, effetto che i lettori di lungo corso ricorderanno come uno dei motivi per i quali impazzivo per momelotinib, ai tempi CYT387.
In Europa tofacitinib ha ricevuto nel 2013 un parere negativo dal CHMP che, pur ritenendo il trattamento efficace nel trattamento dei sintomi dell’artrite reumatoide e delle condizioni fisiche dei pazienti, ha sollevato dubbi circa l’effettiva diminuzione dell’attività della malattia e dei danni strutturali da essa causati alle articolazioni. A far pender la bilancia verso il piatto sfavorevole ha di certo contribuito il dubbio circa l’insorgenza di gravi infezioni, alle perforazioni gastrointestinali e di alcune forme neoplastiche versificatesi durante la sperimentazione del farmaco. Nel 2012 Pfizer aveva già acconsentito ad uno studio post marketing per verificare l’incidenza di questi eventi avversi di notevole gravità. Partendo da questo punto di vista e considerando che anche Incyte e Lilly fanno parte della contesa grazie al loro JAK inibitore Baricitinib, la tollerabilità di filgotinib è una caratteristica che dovrà dimostrarsi al di sopra di ogni sospetto. Con l’efficacia che sembra avere, unitamente alla velocità con cui questa si manifesta, ed un profilo di sicurezza superiore alla concorrenza, il futuro di Galapagos NV potrebbe essere incredibilmente brillante.
AbbVie è un partner perfetto e Johnson & Johnson possiede una quota rilevante di Galapagos NV. Rimanendo nell’ambito del trattamento dell’artrite reumatoide, Humira di AbbVie vende per 12 miliardi di dollari circa e Remicade, di Johnson & Johnson, per oltre 6 miliardi. Tutti e due i farmaci perderanno la loro copertura brevettuale a breve, da qui l’esigenza di trovare un rimpiazzo valido. E fra poche settimane arriveranno i dati di DARWIN 2.
NKTR!
riparte dai minimi, volumi boom e asco che arriva.
molto bene!
@Simon, il primo a brevissimo è ASCO… tuttavia credo che il motivo trainante dell’investimento in $NKTR ora sia movantik…
ck
ma NKTR oltre ad essere sui minimi 52wk ha eventi binari a breve???
grazzie!
@Stefano, come dicevo, la conosco pochissimo… da uno sguardo veloce, difficile trovare il valore della compagnia nei programmi oncologici, ma hanno diversi studi in corso, magari come investimento binario ci può stare.
Ops…$TCON non $TRC
Ciao CK, $TRC freschi di IPO, un po’ di ex PFZ e un anticorpo anti CD105 in Ph.2. Mi chiedevo se fossero interessanti da seguire (anche se nulla di particolarmente innovativo).
@Stefano, $TCON? In che senso? La conosco poco…
Notizia fondamentale questa, per capire quanto vale Filgo i dati sulla mono-terapia sono essenziali! Guardate solo l’ACR50, nel dosaggio maggiore il dato è in linea con le attese… le mie, quantomeno! 🙂
http://finance.yahoo.com/news/filgotinib-monotherapy-hits-primary-endpoint-201139486.html
Credo sia un’altra news per glpg, anche se nn so quanto possa incidere oggi
Ma $TCON non ti dice nulla?
Ck… hai in programma qualcHe articolo questa settimana ? Ho sete di l’leggerti 😀
$TRIL Cowen initiated Trillium with an Outperform and believes its SIRPFc molecule is a best-in-class (cont) http://tl.gd/n_1slv3ug
$AFMD $40M offering
Grazie a voi! Oggi è lunedì (e piove pure), si ricomincia come se niente fosse! 🙂
IPH.PA
bravo ck,
sempre un passo avanti.
Da seeking:
Ordinarily a $250m up-front payment for a phase I/II asset would seem generous, but when it comes in a bull market and concerns a red-hot immuno-oncology project – Innate Pharma’s (OTCPK:IPHYF) IPH2201 – some investors might wonder whether the French group is selling itself short.
That said, the markets did not exactly support Innate holding out for more, at least not in Paris, where the group has its main listing; the stock was up 45% this afternoon, in value terms barely equivalent to the signing fee it has secured from AstraZeneca (NYSE:AZN). How different things might have been were the company listed on Nasdaq.
The benefit of European biotechs listing on the other side of the Atlantic is exemplified by GW Pharmaceuticals (NASDAQ:GWPH) – up over 1,000% since pulling off the trick in 2013. Others include Cellectis (Pending:CLLS), so far with less success, while Adaptimmune and Cardio3 plan to follow.
Innate has so far resisted the trend, staying loyal to France and not wanting to send a message that it is in immediate need of cash, its head of finance, Catherine Moukheibir, told EP Vantage, adding that the real value of the deal would percolate later.
But she admitted: “I am a full partisan of doing a Nasdaq listing in time, and that time is getting closer.”
$250m
Under this morning’s deal Astra has secured rights to the French group’s anti-NKG2A MAb, IPH2201, for $250m up front plus $100m before the start of phase III, future milestones, tiered double-digit ex-Europe royalties and a 50/50 Europe profit share.
This proves that termination of an earlier deal by Novo Nordisk had been due simply to IPH2201 lying outside Novo’s area of interest. In terms of signing fees, however, the collaboration barely beats the $240m Astra gave Moderna Therapeutics for a research project and is vastly exceeded by the Pfizer/Merck KGaA anti-PD-L1 tie-up (Astra deals add to ballooning up-front payments, April 24, 2015).
Ms Moukheibir categorically denied that Innate had sold IPH2201 for too little or done the deal too early. “This is a huge deal in France. For us this is a mega deal. It’s the whole value … I doubt we could have had a similar deal in terms of structure with a much higher up-front.”
Not only has Astra validated IPH2201, it has also made a bet on combining the anti-NKG2A approach with its own anti-PD-L1 project, MEDI4736. NKG2A is an inhibitory checkpoint present on natural killer as well as CD8 T cells, and its interaction with the HLA-E ligand is thought to damp down immune response.
HLA-E has been found to be upregulated in certain tumour types, including colorectal, ovarian and oesophageal cancers, and these provide obvious initial targets. Innate is already running a phase I/II monotherapy trial in head and neck cancer, and plans to begin another in ovarian this year, as well as a combo with Imbruvica in CLL.
Astra plans a phase II study combining IPH2201 with MEDI4736 in an undisclosed solid tumour, and will carry out HLA-E biomarker work. Expression of both PD-L1 and HLA-E is upregulated by interferon-gamma, which itself is enhanced by blocking either NKG2A or the PD-1 pathway, said Innate’s science chief, Nicolai Wagtmann, providing hints of the rationale behind a combination.
Immuno-oncology flurry
The move came amid a flurry of immuno-oncology deals; yesterday Astra struck a non-exclusive alliance to combine MEDI4736 with Juno Therapeutics’ (NASDAQ:JUNO) CAR-T therapies, and today it carved out MEDI4736’s haematological oncology rights to Celgene (NASDAQ:CELG)(Celgene signals bigger immuno-oncology push into blood cancers, April 24, 2015).
Elsewhere, Jounce Therapeutics, a US start-up targeting the stimulatory immune signal ICOS, raised $56m in a series B round including Nextech Invest, Pharmastandard and several crossover investors.
Followers of Innate might well look forward to a secondary Nasdaq listing increasing liquidity and boosting its valuation, though for now they can only guess when the IPO trigger might be pulled. It could be that Innate is awaiting data from its lead project, the anti-KIR MAb lirilumab, partnered with Bristol-Myers Squibb (NYSE:BMY).
Recommendation that one of two arms in lirilumab’s all-important Effikir study be terminated last month prompted a selloff in Innate shares. However, it likely concerned the lower of two doses, whose efficacy had in any case been seen as highly doubtful.
With just one arm Effikir will now not read out before the second quarter of next year, but at least those investors who jumped in on the dip can today celebrate having taken advantage of a real buying opportunity.
Grazie Ck sia per iph che per Affimed, anche se quest’ultima non l’ho presa per “risparmiare” pochi centesimi !ottime segnalazioni, grazie ancora
Quoto Andrea in toto….Chapeau
Dirti grazie nn è riduttivo è quasi offensivo …. nn ho parole per ringraziarti … ma nn ho venduto nulla cmq ma francamente sei un fenomeno
@Marco, come dicevo prima, questo deal ha dei connotati impressionanti, IPH ha ripreso i diritti da Novo e li ha girati, guadagnando a spanne 240M in un anno, ad AZN, azienda che punta a giocare un ruolo di primo piano nell’ambito dell’immunoterapia. Da oggi questo diventa a tutti gli effetti un assetto trainante per IPH, quindi per me giustifica ancor di più l’idea di andare long. Ovvio, comprensibile prendere beneficio dal boom di oggi…
CK che si fa con Innate? Grazie 45% 🙂
BOOM
$AZN licenses Innate’s anti-NKG2A antibody, IPH2201, for $250m up front $IPH.PA http://innate-pharma.com/en/news-events/innate-pharma-and-astrazeneca-announce-global-co-development-and-commercialisation-agreement-iph2201-immuno-oncology …
@Marco, sono tentato, 400M$ di capitalizzazione ora cominciano ad essere una cifra interessante…
@Andrea, Novo Nordisk ha restituito i diritti lo scorso anno, ottima notizia aver trovato un partner come AZN, uno che stia puntando molto sull’onco/ematologia. Novo chiaramente ha altri interessi, anche se l’impegno in Innate rimane! I dati dell’accordo comunque sono impressionanti…
http://finviz.com/quote.ashx?t=AGEN&ty=c&ta=1&p=d&b=1
CK agen sui massimi..tieni duro?
Grazie Ck! Provo a vedere se sale prima di Asco. .
Che poi …. rileggendo l’articolo di Ck su iph … innate per iph2201 nn aveva già novo nordisk come partner ? fra 10 anni spero di non fare queste domande stupide, ma mi sfuggono parecchi meccanismi
http://finance.yahoo.com/news/innate-pharma-astrazeneca-announce-global-050325239.html
Sembrano esserci buone notizie per iph ma nn so quanto buone esse siano 😀
@Biscotto & Juan, francamente non ne ho idea, credo che in molti si siano già fatti un’idea su quanto valga pacritinib in rapporto a jakafi… io sono ancora indeciso e curioso circa i dati che presenteranno e credo che l’investimnto in ottica PERSIST-2 abbia senso… nel mezzo ci sarà ASCO e non so quanto valga la pena rischiare. Oh, si potrebbe anche fare, alla peggio si potrebbe attendere la salita pre dati fase 3… io con CTIC ho già dato tanto tempo fa, sono a posto così 😉
mi associo alla domanda di biscotto,grazie in anticipo CK!
Ciao Ck, Cti biopharma ha annunciato il rilascio dei dati su pacritinib ad Asco. Secondo la tua opinione può essere una occasione di acquisto?
@Paolo V, a te almeno le hanno donate, le mie ancora non si sa che fine abbiano fatto 🙁
@ck Le mie (spero anche tue) Asterias stanno a 14 !!!!? peccato che alle 250 “donate” dalla mia banca non ne ho aggiunte altre. IL TELOMERO TELOMERITI
@Andrea & Marco, i titoli legati a CAR e alcune compagnie dedite all’immunoterapia sono a corto di fiato a causa di #AACR15. le prime pagano lo scotto dei dati deludenti del CAR diretto verso la mesotelina di Novartis/UPenn… non si tratta di una notizia inaspettata ne una bocciatura totale ma di un duro colpo alle valutazioni che già incorporavano in parte la possibilità di estendere la tecnologia ai tumori solidi. Aziende come NKTR, CALA e TRIL sono state risucchiate verso il basso per motivi che però francamente mi sfuggono…
Come mai i titoli che utilizzano la tecnologia car-t sono in profondo rosso ? Occasione d’acquisto?
CK se hai tempo e voglia due parole sul movimento odierno di tril…Grazie come sempre!!
$TRIL “tumor destruction” Targeting CD47 triggers macrophage-dependent brain tumor destruction http://www.abstractsonline.com/Plan/ViewAbstract.aspx?mID=3682&sKey=0cf4d7d6-5069-4032-996a-84e0ceb978ef&cKey=cc42e1ab-77e4-497c-b585-36411f570055&mKey=19573a54-ae8f-4e00-9c23-bd6d62268424 …
@Gian, $ENUM rimane in watchlist, titolo molto interessante in ottica long… in effetti un po’ ricorda $TRIL…
@Marco, grazie…
AstraZeneca PLC’s (AZN.LN) selumetinib drug has been approved by the U.S. Food and Drug Administration for treatment of Uveal melanoma, a rare eye disease.
The biopharmaceutical firm said Friday that the FDA has granted Orphan Drug Designation for the MEK inhibitor selumetinib, for the treatment of uveal melanoma, a rare disease in which cancer cells form in the tissues of the eye.
AstraZeneca acquired exclusive worldwide rights to selumetinib from Array BioPharma Inc in 2003.
ciao CK….in otc guarderesti tipo Enum con capitalizzazione ancora bassissima e grandi potenzialità? 😀
concordo con cereal…io l’ho seguito da quando comprò tril in otc e l’ho venduta da poco con un guadagno del 220%… ora ,almeno per me,è rischiosetto entrarci a questi prezzi.
@Andrea, ciao! Vale un po’ lo stesso discorso di Galapagos, non è che non avrebbe senso, ma è chiaro che il rapporto rischio/benefico è più spostato verso il primo elemento dopo la salita che ha avuto la quotazione negli ultimi tempi. Ad oggi, per chi ha seguito il mio esempio partendo da OTC siamo ad un guadagno di circa il 200% per una capitalizzazione a ieri di 175M$… poca in prospettiva, ma non pochissima per un assetto preclinico. io guarderei altrove…
ciao ck, io sono fuori da TRIL ma avrebbe senso un ingresso ora ? ciao e grazie
Grazie Marco!
$TRIL Trillium to Provide Update on CD47 Program at the 2015 American Association for Cancer Research Annual Meeting
@Andrea, la voce gira da un po’… ne avrebbero ben donde!
Galapagos vuole sbarcare anche sul nasdaq
Grazie mille Ck, sempre gentilissimo
Grazie mille Cereal. Preciso e utile come al solito!
Quindi secondo me per chi c’è, attendere. Per chi è fuori…… perso il treno…. e meglio aspettare il prossimo!!!
@Andrix, per me la situazione ora è paragonabile a quella di $PCYC qualche anno fa… filgotinib ha la possibilità di diventare, fra qualche anno, un blockbuster dal potenziale incredibile.. se tutto va bene. gli ingredienti ci sono:
1- partner di provata esperienza (per ibrutinib c’era $JNJ, per filgo c’è Abbvie, ma $JNJ è fra gli azionisti di GLPG)
2- mercato enorme
3- meccanismo d’azione unico. non dimentichiamoci che come JAK1 inibitore filgo è parecchio avanti alla concorrenza…
di diverso da medigene c’è la capitalizzazione. medigene era una microcap, ora… beh, praticamente lo è ancora, Galapagos sfiora i 900M di euro. io credo che DARWIN 2 attirerà altri investitori e che la quotazione possa salire ulteriormente, ma onestamente se dovessi partire ora non so se aprirei una posizione. a 13 euro aveva un altro senso, fino a 20 ci poteva stare… a 28 credo che si possa giustificare solo in un senso, se si crede alla possibilità di una acquisizione da parte di una Big. Il che non è comunque da escludere…
Ciao Cereal.
…io la penso al contrario di andrea…
Vista tutta questa positività, non è il caso di incrementare o aprire una posizione su GLPG?
…lo so che nel portafoglio ormai è a +100%…. ma vorrei un tuo parere!!!
MDGN insegna…