Exelixis (EXEL), per chi si fosse perso i miei articoli/sermoni sulla compagnia, è un’azienda farmaceutica che ha scelto di suddividere lo sviluppo dei sui circa 20 farmaci in tre categorie: farmaci da concedere in licenza, farmaci concessi in licenza e Cabozantinib.
Credono così tanto in Cabozantinib da utilizzare tutti gli altri farmaci come merce di scambio per finanziare la ricerca sul loro candidato principale. Fra non molto potranno aggiungere alla voce delle entrate anche la vendita diretta del farmaco, se FDA dirà si. L’ente governativo ha infatti concesso, come tutti ci aspettavamo, la priority review, il che significa che si impegna ad esprimere un giudizio in sei mesi anzichè i 10 che normalmente intercorrono per la standard review. Questa la notizia di ieri:
Reuters reported that U.S. health regulators granted a priority review for Exelixis, Inc. experimental drug to treat a rare form of thyroid cancer. Exelixis said the U.S. Food and Drug Administration set a review date of November 29 for the drug, cabozantinib, designed to treat medullary thyroid cancer. Medullary thyroid cancer, which starts in cells that release a hormone called calcitonin, accounts for about 4% of thyroid cancers. The FDA grants priority review to expedite the review of drugs to treat serious diseases and fill unmet medical needs.
Exelixis porta ad un passo dal compimento un progetto ambizioso, cioè quello di sviluppare un farmaco per molteplici indicazioni, partendo da una complicata patologia con un numero limitato di pazienti con prognosi nefasta. Cabozantinib è generalmente classificato come MET/VEGFR inibitore, in realtà la sua natura è più complessa e può spiegare il comportamento davvero unico di questo farmaco. Cabozantinib è un MET, RET, VEGFR, KIT, FLT e AXL inibitore.
Questa è la base di partenza per comprendere un farmaco tanto promettente quanto controverso, capace di generare una mole impressionante di dati positivi e proprietà che non si sono mai viste in altri farmaci.
Cabozantinib passa il primo EXAM.
La domanda di autorizzazione di Exelixis si basa su una fase 3 chiamata EXAM che ha visto il farmaco migliorare sensibilmente la progressione libera da malattia in pazienti con carcinoma midollare della tiroide.
Cabo ha migliorato la PFS di 7,2 mesi rispetto al placebo (11,2 vs 4,0) in modo estremamente convincente, anche dal punto di vista statistico (HR 0.28, p value < 0.0001) in uno studio clinico randomizzato (2:1) senza possibilità di crossover al proseguimento della terapia e stratificato in base all’età ed all’esposizione a precedenti trattamenti con TK inibitori.
EXAM ha arruolato pazienti con metastasi alle ossa in maniera simile sia nel braccio attivo che in quello di controllo (51%) mentre i pazienti con mutazione RET + erano presente in misura del 46% nel braccio di Cabozantinib contro il 52% nel placebo.
Cabozantinib ha fatto registrare un tasso di risposta (ORR) del 28% contro lo 0% del placebo (p value = 0,0001) mentre non sono ancora disponibili dati maturi per quanto riguarda la sopravvivenza (OS, comunque endpoint secondario).
Cabo si è dimostrato efficace sia dal punto di vista clinico che statistico, con eventi avversi gestibili ed in linea con quanto atteso visti i dati precedenti e le caratteristiche dei VEGF inibitori.
Cabozantinib continua a sfornare dati.
Dalla fase 2 RDT e dalle altre sperimentazioni in corso, intanto, continuano ad essere diffusi dati molto positivi in diverse indicazioni. ASCO 2012 è stata una vetrina importante nella quale sono emerse novità riguardo il carcinoma renale, quello al polmone, alla prostata, quello del fegato, della mammella e nel melanoma metastatico.
RCC. 25 pazienti con carcinoma renale sono stati trattati con Cabozantinib a 140 m/die più una singola somministrazione di rosiglitazone per estare la tollerabilità, la sicurezza e l’efficacia del farmaco.
Lo studio è limitato come numero di pazienti, ma si tratta di datio molto interessanti visto che i soggetti in questione sono stati pesantemente trattati con VEGF e mTOR inibitori:
Mentre la sopravvivenza mediana ancora non era stata raggiunta la mPFS è stata di 14,7 mesi, con una sopravvivenza stimata ad un anno del 60%, un tasso di risposta del 28% (cPR + SD) ed ancora 7 pazienti inclusi nello studio.
Anche qui si è assistito ad un miglioramento delle metastasi ossee con diminuzione del dolore e dell’uso di farmaci.
Exelixis ha anche comunicato di star prendendo in considerazione l’idea di un dosaggio a 60 mg/die per futuri studi, benché il profilo di sicurezza del farmaco sia stato in linea con le attese, ed una fase 2 in pazienti naive al trattamento, confrontatìndo Cabozantinib con Sutent.
Ancora, dalla ase 2 RDT i coorti riguardanti il cancro al polmone ed al carcinoma epatocellulare. Nel primo, su 47 pazienti valutabili e altamente pretrattati Cabozantinib ha portato a 6 pazienti con risposta parziale e 29 con malattia stabile, per un tasso di controllo della malattia del 58%. Cosa molto interessante, le risposte si sono verificate indipendentemente dalle mutazioni EGFR o KRAS ed in soggetti con adenocarcinoma così come in pazienti con istologia squamosa. La progressione libera da malattia mediana è stata di 4,2 mesi.
Nella coorte dell’HCC, sempre in pazienti con molteplici trattamenti alle spalle, il tasso di controllo della malattia è stato del 66% alla 12ma settimana, la PFS di 4,4 mesi (indipendentemente da precedenti trattamenti con Sorafenib o meno) e la sopravvivenza mediana di 15,1 mesi.
Mentre vi sto scrivendo Exelixis (EXEL) capitalizza meno di un miliardo di dollari. Il motivo è semplice: molti sono scettici riguardo la possibilità che il farmaco possa sfondare nel mercato più grande del carcinoma prostatico, dove il farmaco è testato in due differenti fasi 3.
Mancano ancora dati relativi alla sopravvivenza dalla fase 2 in questi pazienti ma i dati in nostro possesso sono intriganti secondo il mio parere, troppo belli per essere veri, secondo altri.
Da ASCO 12 abbiamo avuto diverse conferme anche in questa indicazione e mentre Zytiga ed Alpharadin, di Johnson & Johnson e Bayer rispettivamente, hanno sofferto di qualche contraccolpo recentemente MDV 3100 di Medivation/Astellas corre come un treno verso l’approvazione. Cabozantinib è sempre li, con le sue unicità.
Ultima in ordine di apparizione l’efficacia sia sul tessuto scheletrico che su quello molle, caratteristica che lo rende ancora più affascinante, potenzialmente rivoluzionario, praticamente incredibile. E non sempre nell’accezione positiva del termine.