Come vi dicevo pochi giorni fa, il trattamento della mielofibrosi sta riservando notevoli colpi di scena per quanto riguarda gli investitori che si rivolgono alle small cap. Se da una parte questo si traduce in notevoli strappi (per lo più in alto) delle quotazioni, il risvolto di maggior importanza riguarda i passi avanti compiuti nell’evoluzione delle terapie. Per quel che riguarda il caso specifico della mielofibrosi, gli ultimi anni hanno visto un’accelerazione nei progressi scientifici principalmente grazie all’introduzione nella clinica degli JAK inibitori, il cui capostipite è targato Incyte e risponde al nome di Jakafi.
Se leggete il blog da tempo saprete quanto abbia seguito questi composti negli ultimi anni e ricorderete che due compagnie sono state inserite nel portafoglio biotech proprio in funzione dello sviluppo di simili inibitori: la già citata Incyte e la non più quotata (a causa dell’acquisizione da parte di Gilead) YM Biosciences.
Pacritinib si inserisce nella scia di questi composti, ma il terreno sul quale si muove è totalmnete diverso. Oggi vi spiego perché, oltre al motivo che rende la scelta di Baxter perfettamente coerente con quella di ltre big del settore.
Iniziamo con il mettere in chiaro un aspetto fondamentale: non tutti gli JAKi sono uguali e la prova l’abbiamo avuta in questi giorni. Se ricordate l’articolo su ASH ed i trattamenti riguardo la mielofibrosi che ho scritto settimana scorsa ricorderete anche i miei dubbi circa Fedratinib. Bene, fine dei dubbi, lo sviluppo del farmaco è terminato a causa del profilo di sicurezza inaccettabile (e la modesta efficacia, aggiungo io).
La scomparsa di Fedratinib è un bene per Pacritinib e per Cell Therapeutics? Non particolarmente, ma male non fa. Si tratta di un bene per Jakafi, questo si, visto che nel mentre la concorrenza cercherà di giungere all’approvazione Incyte riuscirà a consolidare la propria leadership.
Come si inserisce in tutto questo l’accordo di Cell Therapeutics con Baxter? Prima di tutto ricapitoliamo brevemente la storia del farmaco.
Pacritinib è un JAK2/FLT3 inibitore sviluppato inizialmente da S*Bio e poi concesso in licenza in ordine di tempo ad Onyx ($ONXX) e Cell Therapeutics, dopo che Onyx restituì i diritti del farmaco. I due tipi di accordi sono stati profondamente diversi, csì come lo sono da quello attuale che vede il farmaco passare nelle mani di Baxter.
Questo, in sintesi, il valore del primo accordo:
Il valore complessivo dell’investimento su 2 composti (SB 1518 è pacritinib) è di 550 milioni di dollari, ma l’importo iniziale è solo di 25 milioni, un impegno minimo che, ripeto, riguarda due JAK inibitori. Eravamo nel 2009. Passa il tempo ed Onyx restituisce i diritti del farmaco alla ditta di Singapore, non prima di aver però esteso il contratto di collaborazione l’anno seguente:
Altri 20 milioni di dollari. Nel 2011, il ritorno dei diritti:
SINGAPORE, May 4, 2011 /PRNewswire/ — S*BIO Pte Ltd today announced the restructuring of its collaboration and option agreement with Onyx Pharmaceuticals, which was entered into in January 2009. As a result, S*BIO has regained North American and European rights to its novel JAK2 inhibitors, SB1518 and SB1578, from Onyx. Following a successful and productive partnership with Onyx, S*BIO will now be in a position to drive the development of its lead JAK2 program independently.
Recent data from Phase 2 clinical trials of SB1518 indicated promising clinical efficacy and good tolerability for the treatment of myelofibrosis (MF), an orphan indication with high unmet medical need. SB1518 has also demonstrated clinical benefits in patients with relapsed/refractory lymphoma. S*BIO plans to advance SB1518 and SB1578 expeditiously through clinical development, with pivotal trials for SB1518 anticipated to begin later this year.
Arriviamo al 2012, l’anno in cui James Bianco rivolge i suoi occhi ad oriente ed interviene per acquisire i diritti di pacritinib:
Ora, credo che S*Bio sia defunta, non fosse così, immagino si stiano chiedendo perché Baxter abbia deciso pochi giorni fa (m la trattativa è partita ben prima) di mettere le mani sul farmaco oggi e non quando Onyx decise di fare dietro front.
Prima di spiegare il motivo, vediamo i termini dell’accordo.
Baxter provvede ad un pagamento di 60 milioni di dollari iniziali, quindi ben più soldi di quelli messi da Onyx, anche considerando l’espansione del contratto avvenuta nel 2010, di cui la metà in contanti ed il resto in un investimento nella compagnia. Cell Therapeutics concede a Baxter i diritti sulla vendita al di fuori degli USA e spartisce equamente quelli sul territorio americano. A Cell Therapeutics potrebbero spettere milestones per 40 milioni di dollari nel 2014, 27 M$ nel 2015 oltre a potenziali 190M$ in milestones legate alle vendite. Messe assieme le cifre si giunge ad un totale di 317 milioni, dei quali 127 legati allo sviluppo del farmaco. Qui occorre dire che le cifre sono diverse a seconda delle fonti e Cell Therapeutics non aiuta a chiarire nel comunicato ufficiale:
Under the terms of the agreement, Baxter gains exclusive commercialization rights for all indications for pacritinib outside the United States and Baxter and CTI will jointly commercialize pacritinib in the United States. Baxter will make an upfront payment of $60 million, which includes an equity investment in CTI of $30 million. In addition, CTI is eligible to receive clinical, regulatory, and commercial launch milestone payments of up to $112 million, $40 million of which relates to clinical milestones that may be achieved in 2014. Assuming regulatory approval and commercial launch, CTI may receive additional sales milestone payments. CTI will receive royalties on net sales of pacritinib in ex-US markets, and the companies will share U.S. profits equally. Baxter will record a special pre-tax in-process research and development charge in the fourth quarter of 2013 of approximately $30 million.
A dispetto della discrepanza fra le cifre indicate inizialmente e riportate anche da Reuters e da una nota di Cowen, quello che conta per Cell Therapeutics è di certo l’ordine di grandezza e la possibilità di spartire il guadagno in patria, ma soprattutto l’aver trovato un partner in grado di condurre in modo serio una sperimentazione. Non voglio tornare sui discorsi legati a Pixuvri/pixantrone ed Opaxio (anche se quast’ultimo tornerà presto agli onori della cronaca), ma che James Bianco e soci non siano in grado di portare al successo un farmaco credo sia di dominio pubblico. Non è un caso infatti che l’accordo sia arrivato dopo l’inizio del poco significativo studio PERSIST-1, che vede pacritinib nel trattamento della mielofibrosi opposto ad una terapia a scelta degli investigatori e prima di PERSIST-2, lo studio più importante. Quest’ultimo infatti vedrà direttamente opposti Pacritinib e Jakafi in pazienti con una conta piastrinica inferiore a 100.000 unità per μL, ambito nel quale il frmaco di Cell Therapeutics può trovare uno sbocco.
Baxter pagherà il 75% dei costi di sviluppo del farmaco allorché la cifra superi i 96 milioni di dollari, mentre si farà carico dell’intera somma nei territori per i quali possiede completamente i diritti (cioè fuori dagli USA). Questo significa che a Cell Therapeutics serviranno comunque ingenti somme di danaro da investire (e qui si torna al tasto dolente della compagnia), ma significa anche avere alle spalle qualcuno che possa accelerare lo svluppo del farmaco laddove c’è più potenziale. E laddove questo potenziale non si poteva intravedere, quando Onyx restituì i diritti di pacritinib a S*Bio: i tumori solidi.
Nel 2014 Cell Therapeutics e Baxter inizieranno fasi 2 che vedranno il farmaco impiegato nel trattamento di alcuni tumori solidi e la cosa non deve stupire, visto che Incyte con Jakafi ha recentemente aperto di prepotenza quella porta. Sebbene sia stato sempre scettico in merito al ruolo del pathway STAT in alcune neoplasie, qualche mese fa i dati ottenuti da Incyte nel trattamento del tumore al pancreas hanno cambiato lo scenario, sia per quanto riguarda lo sviluppo del loro farmaco che quello dei suoi concorrenti.
Alla luce di quanto emerso ora risulta evidente come la salita iniziata proprio dall’ultima emissione fosse funzionale allo sviluppo di questo accordo con Baxter:
La prospettiva che Jakafi possa essere impiegato nel trattamento del tumore al pancreas in seconda linea, sebbene limitatamente ad un sottogruppo di pazienti identificati da un particolare biomarker, vale quasi mezzo miliardo di dollari, facendo una stima molto approssimativa.
Non deve stupire quindi che uno degli ultimi JAKi senza partner sia stato subito opzionato. Cell Therapeutics ora ha, per la prima volta dopo tanto tempo, un chiaro valore in uno dei suoi farmaci. PERSISTENT-2, sotto SPA, è pronto per partire. Scommettiamo che il disegno di uno studio che coinvolga pacritinib in pazienti con tumori solidi è già pronto su qualche scrivania?
Ti riferisci a $CLDX? Credo che la reazione sia spropositata, ma devo ancora guardare i dati di Rindo e comunque nel mio modello di valutazione della compagnia Rindo ha una parte piuttosto limitata. Senza conoscere bene i dati, posso immaginare che il mercato sperasse in un esito migliore nei pazienti Avastin naive… ma è solo una sensazione. IMHO, non cambia di nulla il valore di $CLDX
Ora – 12 ma che si aspettavano??
– 6% IN PRE….Cereal mi illumini x favore?
Ciao Compagno, ho idea che tutti quelli che investono in biotech abbiano iniziato con l’exploit incredibile di $CTIC… io le presi ad un prezzo leggermente superiore al tuo (0,08) ed anche io confesso di aver seguito la massa a quel tempo, visto che non ne capivo nulla… adesso che ne capisco molto di più guadagno di meno! 🙂
CTIC maledetta CTIC, quanto ho sudato….in passato mi ha già dato tanto, tantissimo…. grazie all’arguzia di alcune persone che magari conosci (se vuoi in pvt) e che poi sono sparite…
Prese a 0.07 vendute ad un prezzo folle…è stato come disse qualcuno un bel gratta e vinci.