Oh, come direbbe Hannibal Smith: “Adoro i piani ben riusciti!”. Quello di ArQule (ARQL) lo sembra proprio e ieri il primo indizio ce l’ha dato la fase 2 che vede Tivantinib (ARQ 197) in pazienti con carcinoma epatocellulare (HCC) precedentemente trattati. Per chi volesse rispolverare la propria memoria riguardo a compagnia e farmaco, può farlo cliccando qui.

La compagnia ha annunciato che il farmaco in una terapia che lo vede impiegato singolarmente ha prodotto un miglioramento statisticamente significativo  del 56% nel tempo alla progressione della malattia (p value = 0.04).

Rispetto al braccio di controllo gli eventi avversi maggiori sono stati fatigue, neutropenia e anemia. Gli eventi avversi ematologici si sono rivelati trattabili e la loro incidenza è diminuita riducendo il dosaggio del farmaco da 360 a 240 mg nelle due somministrazioni giornaliere.

Nei giorni precedenti si erano diffusi rumors che volevano Daiichi Sankyo preoccupata per la scarsa efficacia del farmaco e la lentezza nell’arruolamento dei trial. Questi dati per il momento rispondono al primo interrogativo, se mai quei dubbi siano stati veramente espressi.

Tivantinib potrebbe essere la terapia di riferimento nel trattare l’HCC in seconda linea? Sembrerebbe proprio di si, quello potrebbe essere il suo posto, per ora.

Il titolo ieri ha chiuso a +11% ma è stato anche a più venti e rotti e nonostante la salita capitalizza solo 360M$. I dati ad interim di MARQUEE sono previsti per la seconda metà dell’anno.