Che titolo stupido ho scelto.
L’ecatombe che ha colpito il settore dei titoli biotech recentemente, in modo più marcato rispetto ad altri settori, è stato da molti enfatizzata dai dati di vendita di Provenge da parte di Dendreon. Provenge, nel bene e nel male, appartiene alla storia recente dei farmaci, essendo il primo vaccino contro il cancro approvato da FDA. Vaccino inteso in senso terapeutico, ovviamente, Provenge non impedisce a soggetti sani di contrarre la malattia, aiuta a guarire, stimolando le difese immunitarie del corpo una volta che la malattia ha già colpito.
Qualche giorno fa ho parlato di Alpharadin come di una possibile rivoluzione nel trattamento del cancro alla prostata mentre settimana scorsa di Bavarian Nordic come possibile partner di Cell Therapeutics nello sviluppo di un vaccino antitumorale. Oggi parlo di tutte queste cose insieme. E di Zytiga che sta seppellendo provenge.
Non sono d’accordo sull’attribuzione di colpe a Dendreon per l’inasprimento della crisi nel settore biotech, ma è evidente che il risultato commerciale di un prodotto tanto atteso è stato demoralizzante, spingendo molti ad allontanarsi dal settore farmaceutico in cerca di investimenti più sicuri.
Che Zytiga di Johnson & Johnson, che è indicato insieme a prednisone o prednisolone per il trattamento del carcinoma metastatico castrazione-resistente, avrebbe impattato sul mercato del cancro alla prostata era immaginabile, che Provenge avrebbe avuto mille difficoltà anche. Il fattore comune è il prezzo del trattamento, ma mentre il vaccino di Dendreon è enormemente costoso, Zytiga costa meno della metà per ciclo di trattamento completo. Non che i problemi di Provenge fossero solo quelli del prezzo, ma in buona parte si.
Aggiungiamo ai dati di vendita nettamente a favore di JNJ il fatto che Alpharadin, quando arriverà (e non manca molto) potrà integrarsi perfettamente nella terapia, visto che i due farmaci agiscono in base a meccanismi differenti che teoricamente porterebbero a sommare i benefici di uno e dell’altro (credo che si stia già lavorando ad un trial in questo senso, ma per ora sono solo indiscrezioni). Il risultato è impietoso soprattutto se pensiamo che quando Provenge fu approvato, lo scorso anno, le stime parlavano di un mercato da 4 miliardi di dollari.
DNDN lo ha capito ed i rumors parlano della caccia ad altri farmaci, se non addirittura di acquisizione di nuove compagnie.
Zytiga offre vantaggi anche dal punto di vista medico oltre che economico, il prodotto di Johnson & Johnson agisce infatti più rapidamente. Se dal punto di vista dell’estensione della vita Provenge offre 4 mesi di OS in più (cioè lo stesso risultato, settimana più settimana meno di Zytiga) non ritarda la comparsa dei sintomi della malattia e qui si inserisce il discorso fatto su Alpharadin ieri.
Il futuro di Provenge è a tinte fosche. Un paziente potrebbe scegliere se ingurgitare pillole, come nel caso di Zytiga, oppure farsi fare un prelievo, tutto verrà spedito ad un centro di Dendreon per l’estrazione delle cellule che andranno utilizzate per essere unite alla componente vaccino. Il farmaco poi verrà recapitato al paziente per ricevere il trattamento. Detto in soldoni, la differenza è anche questa. Unita al fatto che tale paziente beneficerebbe di un sollievo più immediato con Zytiga. Se voi foste il medico cosa scegliereste? Ed il paziente cosa chiederà?
Questo significa che Provenge sparirà? Forse. I vaccini antitumorali non avranno futuro? La mia risposta è no. Anzi, Yervoy dovrebbe insegnare qualcosa.
L’idea di aiutare il sistema immunitario a combattere la battaglia contro il cancro è affascinante e percorribile, siamo solo all’inizio. Il primo scoglio da superare è quello della scalabilità del processo, la terapia non deve più essere individuale, il farmaco (anche se sarebbe sempre meglio parlare di terapia) deve essere disponibile subito e per qualsiasi paziente.
ProstVac di Bavarian Nordic risponde a queste caratteristiche. A dire il vero rispondeva anche ad altre caratteristice, cioè di essere un candidato partner di Cell Therapeutics nello sviluppo di un farmaco antitumorale, come annunciato da james Bianco tempo fa. Se ricordate l’articolo dello scorso mercoledì di Cell Therapeutics si parlava di un candidato di fase 2. Ora, ProstVac fra poco entrerà in fase 3 con risultati incoraggianti dagli studi precedenti. Se CTIC volesse puntare su una soluzione del genere dovrebbe darsi una svegliata perché il vaccino della casa svedese in fase 2 ha mostrato di condurre ad un miglioramento dell’OS di 8 mesi… cioè più o meno quello di Zytiga e Provenge messi insieme.