Questo articolo è scritto (molto bene) dall’amico PcMdO4.

Recentemente Cell Therapeutics ha comunicato che Reed V. Tuckson è stato nominato come nono membro del proprio consiglio d’amministrazione. Nel comunicato della società si legge che l’autorevole neo consigliere ricopre diverse importanti cariche dirigenziali fra le quali quella di vicepresidente esecutivo e direttore Affari medici di UnitedHealth Group, una azienda sanitaria diversificata, inclusa nell’elenco Fortune 25, con sede in Minnesota, che impiega oltre 87.000 dipendenti in tutto il mondo e serve più di 75 milioni di americani. Ma soprattutto, scorrendo la sue note biografiche, si trovano alcune interessanti informazioni sia circa i suoi precedenti incarichi amministrativi che sul suo impegno in campo socio-sanitario.

In particolare ha partecipato a comitati consultivi nell’ambito della riforma sanitaria americana ed è un ex membro del consiglio della National Hispanic Medical Association, evidenziandosi così il suo interessamento per la diffusione dell’assistenza sanitaria a una fascia di utenti per quanto possibile sempre più ampia, che per il sistema sanitario americano vuol dire una inedita estensione alle fasce più deboli della società, e per lo sforzo di garantire una più larga disponibilità di opportunità terapeutiche, aspetto d’altronde ribadito in alcune sue prese di posizione sostenenti la necessità di fornire a “tutti gli Americani l’accesso alle cure sanitarie il più rapidamente possibile”. Tra le altre note caratteristiche troviamo, adeguatamente sottolineato sempre nel comunicato di Cell Therapeutics, che Mr Tuckson è stato nominato fra il 2008 e il 2010 uno dei “50 dirigenti medici più potenti”, uno dei “25 massimi dirigenti appartenenti ad una minoranza” così come uno dei “neri più influenti d’America”.

Ora, come interpretare l’ingresso di questo autorevole esponente della società e della politica americana nel consiglio d’amministrazione di una azienda come Cell Therapeutics con i problemi finanziari che tutti conosciamo e che ripone le sue possibilità di sopravvivenza sull’approvazione del farmaco Pixantrone da parte dell’ente governativo statunitense FDA?

Teniamo presente, da un lato, che Tuckson ha partecipato all’elaborazione della riforma sanitaria proposta da Obama che, pur tra mille opposizioni, nelle parole del presidente Usa ha segnato la vittoria degli americani “contro gli interessi speciali e contro le lobby”, dall’altro la posizione dell’amministrazione presidenziale proprio nei confronti dell’operato della FDA che viene posta di fronte alla necessità di rispondere della mancanza di farmaci innovativi a causa di problemi normativi che hanno ostacolato lo sviluppo e l’approvazione di nuovi farmaci denunciando la incapacità della FDA di stare al passo nelle sue valutazioni con i sempre più rapidi progressi nel campo delle biotecnologie cercando di mantenere un adeguato standard di sicurezza ma senza ostacolare la ricerca, eliminando “quelli che sono ostacoli ripetitivi e non necessari per le imprese” in un’ottica di economia dinamica.

A questo punto pare lecito chiedersi quanto l’ingresso nel consiglio d’amministrazione di Cell Therapeutics di una personalità di riferimento per le posizioni sostenute anche dalla presidenza americana in campo sanitario come Tuckson, assieme alle pressioni che inevitabilmente d’altra parte sembra ricevere la FDA, potrebbero aprire la strada a nuovi esiti positivi rispetto alle valutazioni che quest’ultima sarà prossimamente chiamata a presentare sull’approvazione di nuovi farmaci tra i quali il nostro sospirato Pixantrone.