Ok, ieri Celldex ha rilasciato i dati che tanto aspettavamo, con esiti a dire il vero di difficile interpretazione, così come gli stessi numeri forniti dalla compagnia farmaceutica.

Se avete letto il mio articolo di ieri ricorderete che avevo indicato come dato positivo una risposta del 20% o superiore. Ovviamente è stata del 19%!

Niente riassunti oggi, solo considerazioni ed un parallelo interessante che può far capire quanto, a volte, certe situazioni vengano sottovalutate, presi come siamo nel tenere sott’occhio la quotazione del titolo.

Iniziamo da questa immagine che da subito l’idea di come siano andate le cose. Nella tabella sono riportati i risultati nei due diversi gruppi, quello di CDX 011 e quello della scelta chemioterapica effettuata dagli investigatori (IC cioè Investigator’s Choice). Come potete notare Celldex ha ulteriormente suddiviso questi dati per evidenziare il numero di risposte nei sottogruppi con tumore triplo negativo ed in pazienti con alta espressione di glicoproteina NMB (GPNMB). Qui comincia a storcere il naso qualcuno, argomentando il proprio dissenso col fatto che il numero di pazienti è scarso, sia per un sottogruppo che per l’altro, con l’aggravante di aver scelto arbitrariamente il valore del 25% per definire “alta” l’espressione di GPNMB. Vediamo un po’ la tabella:

Possiamo iniziare a dire che le critiche ci possono stare tutte. Celldex ha disegnato lo studio con l’intento di arruolare pazienti che esprimessero GPNMB e andare a cercare un sottogruppo all’interno di questi pazienti puzza un po’ di data mining.

Celldex & GPNMB, bersaglio centrato?

La critica sulla scelta arbitraria del 25% è legittima, come detto. CDX 011 però ha mostrato una superiorità anche sulla popolazione ITT, cioè su tutti i soggetti trattati, indipendentemente dalla percentuale di GPNMB: 19% vs 14%. Anche il tasso di controllo della malattia ed il restringimento osservato dei tumori ad ogni livello sono a favore del farmaco di Celldex. Non sono dati statisticamente significativi, ma dubito avessero la presunzione di esserlo a questo livello di studio. Faccio notare che il braccio di CDX 011 è stato aumentato dal cross-over di 15 pazienti che non avendo trovato beneficio dalla terapia prescritta loro sono passati al farmaco di Celldex, questo anche per ricordare che stiamo parlando di pazienti con pochissime opzioni terapeutiche.

Dove CDX 011 da il suo meglio però è in un sottogruppo dove le opzioni sono ancora meno e la prognosi pèiù infausta, il tumore triplo negativo e qui il tasso di risposta è del 21% conto lo 0% delle terapie scelte dagli investigatori. Perché CDX 011 sia più efficace nei triplo negativi che nel resto dei pazienti con espressione GPNMB è per me un mistero…  ma l’efficacia, anche se in pochi pazienti, è innegabile ed impressionante ed in linea con quanto già mostrato in fase 1/2.

Nei pazienti con “alta” espressione di GPNMB il confronto di risposte è sempre a favore di Celldex: 32% vs 13%. Mentre il tasso di risposte del gruppo di controllo è in linea con i dati generali, l’alta risposta di CDX 011 suggerisce che ci possa essere una forte correlazione con il livello di espressione della glicoproteina, insinuando il dubbio che cn livelli bassi il farmaco sia poco efficace. Anche qui, è una critica che sta in piedi, ma non dimentichiamo che a livello di popolazione trattata CDX 011 si è mostrato comunque superiore.

Ultima colonna, pazienti con alti livelli di GPNMB e tumore triplo negativo insieme, pochi sfortunati pazienti che hanno beneficiato di risposta nel 36% dei casi con CDX 011 contro lo 0% (per forza di cose) del braccio di controllo.

Conclusione.

Nessun dato riguardo a progressione libera da malattia ne a sopravvivenza, solo un cenno al fatto che nei pazienti con alta espressione di GPNMB e triplo negativo c’è un vantaggio in termini di progressione libera (PFS) statisticamente significativo  (p value =0.0032). GPNMB è un bersaglio valido? La giuria è ancora fuori, ma credo sia solo questione di definire quanto alta debba essere l’espressione della glicoproteina in questione.

Celldex ha due strade percorribili per un’approvazione veloce, quella del triplo negativo (a mio avviso in discesa, visto i risultati e la scarsa competizione) e quella della scelta del biomarker. Dal punto di vista degli investitori, a questo punto l’evento che più potrebbe innescare una salita è la comunicazione di un partner per lo sviluppo del farmaco. Se pensate che sia poco probabile probabilmente non ricordate la storia di Endocyte (ECYT) che passò da 10$ a 4$ in un botto a causa di uno studio con pochi pazienti, poi arrivò, Merck, e sappiamo com’è finita. Celldex riporterà i dati maturi di EMERGE verso fine anno, magari da sola, magari no. Cosa farò con le 1000 azioni rimaste? Oggi probabilmente nulla, penserò ad una soglia sotto la quale non voglio scendere e aspetterò.

La mia idea è quella di rimanere molto liquido da ASCO in poi, con qualche eccezione. Array (ARRY) ad esempio. Forse anche Celldex (CLDX).