Ulrich Dauer, presidente e CEO della tedesca 4SC, a fine mese lascerà lo scranno a favore di Enno Spillner, CFO della compagnia dal 2005. Spillner ha già avuto modo di esprimersi in qualità di leader della compagnia e le sue parole sono state decisamente interessanti.
4SC si occupa di sviluppare trattamenti per l’impiego in oncologia ed nelle malattie autoimmuni ed il farmaco in fase più avanzata, quello che attende di entrare in uno studio registrativo, è l’HDAC inibitore Resminostat:
Come si può vedere dall’immagine qui sopra, buona parte delle sorti della compagnia dipendono dall’inizio della fase 3 di Resminostat nel trattamento del carcinoma epatocellulare (HCC), ma perché ciò avvenga, 4SC ha bisogno di un partner che metta soldi e capacità nel disegnare e condurre un trial di questo tipo.
Le premesse sono molto positive, visto i dati raccolti finora ed il CEO che si insedierà a breve ha comunicato in un’intervista telefonica per Bloomberg che colloqui con compagnie interessate sono già in essere e che le intenzioni sono quelle di far partire lo studio verso metà 2013.
Oltre a questa fase 3, 4SC si trova all’inizio di una fase 2 nel trattamento del carcinoma del colon-retto. La porzione di fase 1 si è conclusa con i dati rivelati nel dicembre scorso in base ai quali si è potuto stabilire che un regime costituito da FOLFIRI e Resminostat è possibile, tollerabile e ha già dato qualche cenno di efficacia. la seconda porzione misurerà il vantaggio nell’abbinare l’HDAC inibitore a FOLFIRI nei confronti del solo regime chemioterapico FOLFIRI in pazienti con cancro al colon-retto e mutazione del gene KRAS (CRC mKRAS). Lo studio sarà multicentrico, randomizzato e andrà ad occuparsi una una grossa fetta di malati che in seconda linea non possono contare sul giovamento nell’impiego di farmaci EGFR inibitori a supporto della chemio. I pazienti mKRAS hanno un disperato bisogno di nuovi farmaci e resminostat potrebbe colmare questo vuoto.
Per quel che riguarda l’HCC nello studio SHELTER, Resminostat abbinato a Nexavar ha garantito la possibilità di ottenere un risultato in termini di progressione libera da malattia mai raggiunto prima con 4,7 mesi per la combo a fronte dei soli 2,2 di resminostat in monoterapia. Il dato, letto in prospettiva, è già di suo importante, visto che per confrontarlo con risultati simili dobbiamo scomodare farmaci come Regorafenib (4,1 mesi), everolimus (3,8 mesi) e bevacizumab (3,9 mesi); anche dal punto di vista del tasso di PFS alla 12a settimana (che poi era l’endpoint dello studio) siamo a quote elevate visto che il 70% fatto registrare è un grande salto in avanti se paragonato, ad esempio, al 39% a tre mesi di Xeloda.
Tutti questi dati poi si sono tradotti in 8 mesi di sopravvivenza mediana per la terapia di combinazione a fronte dei soli 4,1 di resminostat in monoterapia. Anche qui il dato è notevolissimo, paragonato ai 6,6 mesi dopo la progressione successiva all’impiego di sorafenib di tivantinib (ma con il 96% con status Child-Pugh A contro il 77% nello studio di 4SC) o ai 6 mesi, giorno più, giorno meno, delle terapie di supporto utilizzate negli studi clinici più recenti.
Lo scorso gennaio Daiichi Sankyo Company (TSE 4568) ed ArQule (ARQL) hanno dato il via alla fase 3 METIV-HCC (che sta per MET-high patients with tivantinib in HCC)del cMET inibitore tivantinib nel trattamento dell’HCC in seconda linea. I dati in questo senso sono ottimi, ma calati nel contesto (finora) fallimentare del farmaco nel trattare la popolazione indipendentemente dal biomarker. Se tivantinib dovesse accreditarsi un posto nel trattamento in seconda linea i pazienti avrebbero a disposizione sia la via dell’EGFR inibitore che dovrebbe agire sull’attivazione dei percorsi Raf/MEK/ERK ed mTOR, sia quella del biomarker. Anche ammesso poi che tivantinib riesca a dimostrare un vantaggio in termini di sopravvivenza in pazienti KRAS+ nel tumore al polmone, questo non si tradurrebbe nello stesso risultato per i pazienti affetti da HCC, lasciando comunque spazio per Resminostat.
4SC ha già accordi con Yakult, ma sono limitati al Giappone, il che lascia libera la compagnia di valutare ogni genere di proposta. La questione ora è legata alle tempistiche, se venissero rispettate quelle elargite da nuovo CEO, 4SC sarebbe nell’invidiabile condizione di poter finanziare lo studio registrativo e dedicarsi con più tranquillità ai progetti in fase più acerba. Il che non è poco.