Come ho avuto modo di ribadire in diverse occasioni, ci sono categorie di farmaci in ambito oncologico che sono considerate “calde” dal punto di vista degli investitori. MEK e PI3K inibitori come Selumetinib e IPI 145 ad esempio, o gli ADC, anticorpi coniugati a farmaci come CDX 011 o Adcetris.

Wilex li ha tutti e sono 3 dei 4 assi nella manica di quali facevo cenno nel titolo dell’articolo, quello che manca all’appello è, per quel che ne so, l’unico uPA inibitore sulla faccia del pianeta: Mesupron.

Wilex, nonostante queste potenzialità, capitalizza una miseria ed a dicembre si è vista costretta a ridurre di un quarto la propria forza lavoro. Il motivo? Una fase 3 fallita. Ora il farmaco più interessante ha da poco tempo centrato una fase 2 ma senza far gridare al miracolo e se la cosa vi suona male vi siete persi l’altra parte del titolo dell’articolo: questo è un banchetto per iene. La pipeline:

 

wilex pipeline

 

Wilex: caro azionista ti scrivo.

 

WILEX is about much more than just RENCAREX. In our Therapeutics segment, we have successfully conducted two phase IIa trials with our uPA inhibitor MESUPRON in the indications of pancreatic and breast cancer and are currently searching for a partner for further development. We have achieved significant progress over the past few months in the development of the projects acquired from UCB, even if the attention of our shareholders may have been focused more on our other product candidates. TheMEK inhibitor WX-554 is currently undergoing a phase Ib/II programme in cancer patients suffering from various tumours, and the PI3K inhibitor WX-037 has completed comprehensive preclinical trials. Clinical development is currently in preparation. We attribute great medical significance to these two candidates, especially when used in combination.

 

Questo che vedete qui sopra altro non è che un estratto della lettera agli azionisti scritta da Wilex dopo che la fase 3 ARISER che vedeva coinvolto il farmaco Rencarex, un anticorpo specifico atto a legarsi alla anidrasi carbonica e specificatamente alla isoforma IX (anti-CA IX per comodità), nel trattamento del carcinoma renale a cellule chiare. Quanto è andato male lo studio? L’endpoint primario non è stato centrato e la raccomandazione di sospendere lo studio ha messo il punto esclamativo sul fallimento del farmaco.

Pochi giorni fa tuttavia Wilex ha reso noto i dati riguardo il sottogruppo di pazienti con sovra-espressione di CAIX che hanno mostrato un vantaggio statisticamente significativo in termini di sopravvivenza libera da malattia. Mancano i dettagli, che secondo me vedremo ad ASCO 13 e che potrebbero dare una nuova speranza allo sviluppo di  un farmaco che sembrava morto e sepolto.

Ora, la lettera scritta agli azionisti fa riferimento alla ricerca di un partner per Mesupron, l’uPA inibitore sperimentato sia nel cancro al seno HER2 negativo sia in quello al pancreas. I dati relativi a quest’ultima indicazione risalgono al 2010, quelle nel tumore al seno si riassumono così: mPFS di 8,3 mesi per mesupron verso 7,5 mesi del gruppo di controllo. Se vi pare che non ci si possa strappare i capelli dalla felicità, la vediamo alla stessa maniera. Dove mesupron però si dimostra interessante è in due sottogruppi di pazienti: quelli caucasici che mi interessa poco e quello di pazienti precedentemente sottoposti a chemio adiuvante. In quest’ultimo caso abbiamo un risultato decisamente interessante visto che la mPFS è di 8,3 mesi proprio come nella popolazione ITT, ma il braccio di controllo fa registrare un misero 4,3. Si tratta quasi del doppio.

Come questo possa validare anche l’impiego del farmaco di Wilex nel carcinoma pancreatico resta da stabilire, ammesso che si possa; quello che risulta chiaro è che se dietro a questi dati c’è una spiegazione razionale l’individuare i pazienti che meglio possano rispondere al farmaco sono di facile individuazione senza che questo possa pregiudicare eccessivamente l’ampiezza del mercato riservato all’uPA inibitore di Wilex.

Si tratterebbe quindi di una chiara indicazione verso lo studio registrativo, fatto che potrebbe attirare qualche partner. Se a questo poi si aggiungesse un biomarker affidabile, tutto sarebbe ancor più semplice.

Il fallimento di ARISER ha scagliato la quotazione a 3,5$ circa ad 1 dollaro. Due licenze riguardanti il settore diagnostico hanno permesso al titolo di guadagnare il 60% e rotti nell’ultimo mese ma la capitalizzazione rimane bassa ed un impiego mirato di mesupron e, perché no di Rencarex sfruttando il biomarker, unito al potenziale del MEK e del PI3k inibitore possono essere sufficienti per considerare l’acquisto di Wilex.

Ultima nota su WX 037. Per quanto abbia cercato non ho trovato molto riguardo la selettività nei confronti delle diverse isoforme di PI3k, ma immagino si tratti di un pan inibitore e questo giustificherebbe l’impiego del farmaco combinato ad un MEKi.  Fortuna vuole che Wilex ne abbia uno in casa.