Ok, venerdì ho aperto una posizione su Array ($ARRY) nel portafoglio virtuale. L’ho fatto per due ordini di motivi: il primo è che ha appena emesso nuove azioni, rendendo la quotazione interessante, vista la salita della settimana precedente la richiesta di denaro; il secondo motivo è che comincio a posizionarmi in vista di ASCO. Dell’evento per eccellenza del mondo biotech parlerò più avanti, oggi ci concentriamo su ARRY. Bon, è lunedì per tutti, chi vuole guadagnare un mucchio di soldi senza sorbirsi tanti dati inutili su progressione libera da malattia e sopravvivenza globale?

No, sul serio pensavate che non avrei infilato dei dati noiosi? Ah, quanto vi sbagliavate. Cercherò di limitarli al minimo indispensabile.

ARRY viaggia da tempo immemore fra in un canale fra i due ed i quattro dollari a spanne, capitalizza la miseria di 170M$ e, pur essendo ricca di partnership con big pharma di tutto rispetto… non se la fila nessuno. Era forse David Robinson, l'”Ammirevole Ammiraglio” il più forte giocatore di basket del quale non ne sia fregato nulla a nessuno? Ecco, potrei aver reso l’idea.

Ma perché ARRY non interessa? Perché è un cantiere aperto e capire ora quale sarà il loro futuro è difficile. Ma le cose potrebbero ambiare a breve e la chiave di volta potrebbe chiamarsi Selumetinib, un MEK inibitore coinvolto in una ventina di studi ancora in corso.

Il farmaco è in partnership con Astra Zeneca, che fra non molto dovrebbe decidere se portare avanti la sperimentazione in fase 3 oppure no. Il dubbio nasce dal parziale fallimento della fase 2 nella quale il farmaco veniva abbinato a taxotere e confrontato al taxotere da solo in pazienti con carcinoma polmonare con mutazione del gene KRAS. L’endpoint primario, la sopravvivenza globale, non è stato raggiunto anche se il trend sembra favorevole mentre gli endpoint secondari quali la PFS, il tasso di risposta e la PFS a 6 mesi invece sono stati centrati tutti in modo statisticamente significativo. Questo significa che vale la pena continuare? Trattandosi di una fase 2 randomizzata con braccio di controllo e avendo centrato gli endpoint secondari, io scommetterei sul si. La OS non ha mostrato significatività dal punto di vista statistico ma i numeri erano in favore di Selumetinib, specie considerando che si parlava di soli 87 pazienti valutabili… ora il nodo potrebbe essere la scelta dei pazienti per la fase successiva.

Partire con una fase 3 sarebbe di vitale importanza per dare un senso a questo cantiere aperto, una possibilità di approvazione (ancora lontana nel tempo) che farebbe capire che da tutta la corposa pipeline di ARRY possono uscire farmaci con reali possibilità di arrivare sul mercato.

Come dicevo prima, Selumetinib è un MEK inibitore ( a dire il vero, assieme a trametinib di GSK, è il più avanzato dal punto di vista della sperimentazione della sua classe di appartenenza), una categoria di farmaci molto interessanti dal punto di vista della lotta ai tumori.

Oltre a Selumetinib ed al già citato trametinib abbiamo MEK 162, sempre di Array in collaborazione con Novartis, XL518 dell’onnipresente Exelixis (EXEL) in partnership con Roche,  inoltre ne abbiamo recentemente incontrato un altro, parlando di RDEA a Bayer.

Non sono di certo gli unici ma la concorrenza è comunque relativamente poca.

In linea generale, quali dati dobbiamo attendere in questo 2012 per quanto riguarda ARRY?

I dati finali della fase 2 di Selumetinib  con taxotere, credo proprio per ASCO… sempre per selumetinib i dati della fase 2 in pazienti con melanoma. ARRY 520, un KSP inibitore di esclusiva proprietà di ARRY in fase 2 sperimentato su pazienti con mieloma multiplo dovrebbe dare risultati in tempi abbastanza brevi.

Poi c’è il secondo MEK inibitore, quello in partnership con Novartis. Anche qui dati attesi per ASCO ed uno sviluppo molto interessante, sia per melanoma, visto che avremo anche i dati su pazienti già trattati o refrattari a Zelboraf sia per la scelta di come portare avanti la sperimentazione. Novartis sta portando avanti due fasi 1/2 parallele su pazienti con mutazione KRAS da guardare con estrema attenzione: una con MEK 162 ed un PI3K inibitore ed una con MEK 162 ed un PI3K/mTOR inibitore. Anche qui, materiale per ASCO ce n’è, soprattutto per l’indicazione melanoma.

Il 2012 potrebbe essere un anno determinante per le sorti future di ARRY. Per farvi capire come la vedo fino ad ora utilizzerò una metafora che spero renda l’idea: noi siamo i pescatori ed Array BioPharma è un lago molto esteso del quale non conosciamo la profondità. I dati che attendiamo dovrebbero farci capire se quel lago è abbastanza profondo da permetterci di gettare la lenza o se si tratta di una vasta pozzanghera.

La voglia di pescare me l’ha data la quotazione relativamente bassa in seguito all’emissione azionaria e l’idea che da qui ad ASCO l’interesse sul titolo salirà. Poi vedremo se sarà solo una storia di pesci.