Tempo fa vi consigliai di acquistare Ziopharm Oncology ($ZIOP), sfruttando la rovinosa caduta derivante dalla fase 3 sulla quale avevo scommesso contro, come se fosse un fondo pensione per la vostra vecchiaia. Con sommo piacere posso notare due cose: in prima battuta che molti si sono fidati del mio consiglio, in seconda che l’azienda sta cambiando nel modo in cui avevo immaginato accadesse. Ziopharm oggi è un’altra compagnia e non solo in termini di sviluppo farmaci, sta acquistando l’abbrivio che deriva dalla fiducia del mercato. Quel vento che spinge i titoli al di la di un apparente motivazione, al di la di quello che i dati clinici potrebbero suggerire.

Qualche precisazione è dovuta, assieme ad un breve riepilogo della situazione attuale. In primo luogo devo dire che l’aver indicato Ziopharm come un titolo per la pensione non significa che sia doveroso tenerle a lungo. Dall’acquisto ad oggi il titolo sta guadagnando circa il 150%, e quando sui parla di guadagni in tripla cifra non prendere in considerazione una presa di beneficio è sconveniente. In poche parole, da qui in poi decidere se andare long o portare fieno in cascina (almeno in parte) è strettamente legato alla composizione del vostro portafoglio. Io vi posso aiutare dandovi il mio punto di vista sullo sviluppo delle terapie e sullo stato di salute della compagnia.

Altro aspetto importante riguarda la recente IPO di Intrexon ($XON) che, come ricorderete, è la società che ora comanda in Ziopharm. Molti mi hanno chiesto un giudizio sulla compagnia, così approfitto di questo articolo per estendere la risposta a tutti i lettori: non ho opinioni su Intrexon. Intrexon ha un numero di interessi smisurato che va dalla mangimistica alla produzione di carburanti alternativi, interessi che non collimano con i miei e, anche se così non fosse, sono temi rispetto ai quali di sicuro non vorreste avere la mia opinione, fidatevi. La parte healthcare si sviluppa attraverso Ziopharm ed è quella che mi interessa, quella di cui si parla oggi.

Ultimo aspetto: la vecchia pipeline. Ziopharm ha ancora in piedi (non so per quanto) palifosfamide, oltre a due composti minori che sono Indibulin e Darinaparsin. Tutti e tre i farmaci ora contano zero nella valutazione di Ziopharm, ma in un futuro potrebbero portare qualche beneficio economico, fatto salvo palifosfamide che a mio avviso è del tutto inutile. Li prendiamo quindi come bonus.

Ora, se vi siete chiesti il motivo dell’ultima salita, quella che ha fruttato un 30% circa sulla quotazione nell’ultima settimana, rispondo subito: da qui a qualche settimana inizia per la compagnia un periodo denso di appuntamenti e di dati. Questo è quanto affermato da Jonathan J. Lewis, CEO di Ziopharm, il 27 settembre scorso al 20° NewsMakers In The Biotech Industry. Da li si è ricominciati a salire.

Questi sono gli appuntamenti attesi per fine anno ed inizio 2014:

 

ziop ziopharm

 

 

Come potete vedere oltre al programma IL-12 che produrrà dati piuttosto prematuri riguardo 3 indicazioni, entro fine anno inizieremo a conoscere anche la nuova ondata delle 8 (come minimo) applicazioni IND (Investigational New Drug) che Ziopharm intende portare avanti da qui al 2015. Si tratterà di dati preclinici su programmi incentrati sull’approccio immunoterapico e su quello che prevede la programmazione di molteplici geni all’interno della stessa terapia. Questa è la strada che percorre Ziopharm adesso, dei dati ad interim di MATISSE non interessa a nessuno, ma come spesso accade ci può essere un impatto sula quotazione. L’analisi a 125 eventi presuppone che si possano verificare i seguenti scenari:

  1. Stop per efficacia o futilità.
  2. Si continua come previsto.
  3. Si aumenta o diminuisce il numero di eventi richiesti per l’analisi finale.

 

Che lo studio venga fermato ci può stare e, considerando che il farmaco non funziona un granché escluderei la possibilità che lo stop si verifiche per efficacia. Le possibilità maggiori sono che lo studio continui come previsto, anche se un aumento degli eventi è da prendere in considerazione. Nel caso lo studio venga arrestato per futilità e dovesse verificarsi un brusco calo della quotazione, consideratelo come un nuovo punto di ingresso per un incremento, stesso discorso se dovesse invece verificarsi l’ipotesi che  venga aumentato il numero di eventi richiesto, per un motivo leggermente più complicato da spiegare. Un aumento presupporrebbe che il farmaco stia funzionando, anche se in modo non marcato. La prima conseguenza di ciò sarebbe una durata maggiore dello studio (dati più lontani) ma la seconda potrebbe essere un vantaggio minimo di Palifosfamide ma statisticamente significativo.

Torniamo al programma IL-12. Al momento ci sono due studi in corso. Il primo è in aperto e riguarda l’espansione della fase 2 in soggetti affetti da melanoma. Vi ho già parlato dei primi dati e delle critiche mosse per mancanza di risposte, critiche che trovo troppo precoci e senza particolare senso, quindi oggi solo un breve cenno. In fase 1  Ad-RTS-IL12 più l’attivatore hanno indotto una certa attività in pazienti con melanoma inoperabile in stadio III/IV e 3 precedenti trattamenti alle spalle di media. I soggetti sono stati trattati con una iniezione intratumorale di un vettore adenovirale basato sulla tecnologia di Intrexon a cui poi è stato fatta seguire la somministrazione di un attivatore chiamato INXN 1001 per controllare l’espressione di interleuchina 12 (IL-12) in 4 dosaggi (5, 20, 100 e 160 mg). La massima dose tollerata (MTD) per l’attivatore non è stata raggiunta ma al di spora dei 100 mg si è osservata un’attività clinica del 71%, cioè in 5 pazienti su 7. Ora, per attività clinica si intende reazione infiammatoria nella zona dell’iniezione e nelle lesioni distanti (cioè dove non è stata fatta l’iniezione) ed una diminuzione del dolore associato al tumore. Come ricorderete non si è registrata nessuna risposta con un solo paziente con malattia stabile per 20 settimane, fatto che ha destato preoccupazione in quasi tutti gli analisti. Io non sono preoccupato, attendo con curiosità i dati preliminari della fase 2.

Altro studio in corso ed altri dati preliminari in arrivo per fine anno:  Ad-RTS-IL12 e palifosfamide nel trattamento del cancro al seno non resecabile, metastatico o ricorrente. Qui la variabile della presenza di Palifosfamide mi fa essere un po’ più scettico ma impostare una strategia adesso è impossibile, occorrerà quindi attendere i primi dati, sempre tenendo in mente che questa commistione riguarda pur sempre il passato ed è nata prima della tragedia di PICASSO, la fase 3 fallita da palifosfamide nel trattamento del sarcoma dei tessuti molli.

Ultimo appuntamento, per quanto preclinico, la prova di concetto nel trattamento del glioblastoma multiforme (GBM) che potrebbe destare più di una sorpresa.

Per il resto, non prendete sottogamba i risultati preclinici, molte delle più recenti IPO hanno solo quello e capitalizzano 3 volte Ziopharm. Poi, non siamo forse tutti d’accordo sul fatto che immunoterapia e terapie geniche sono il futuro dell’oncologia?

Ultimo aspetto da considerare è che c’erano circa 39 milioni in cassa alla fine del secondo trimestre, contro i 55 milioni del primo. A colpi di 16 milioni a quarto, si arriva ad inizio 2014 con la gola secca…