Come anticipavo nell’ultimo articolo, Celgene non si ferma e prosegue con la strategia di acquisizioni iniziata con la discussa Impact Biomedicines. Ammesso che i rumors siano veritieri, la prossima sulla lista è JUNO che, da quando la notizia è trapelata, è schizzata a $70, dai $44 e spicci del giorno precedente. Molti mi hanno chiesto se sia o meno il caso di enrare in JUNO ora, con la prospettiva che le indiscrezioni (ammesso che abbia senso ancora chiamarle così) si avverino. Non è facile rispondere a questa domanda, tuttavia ci proverò. Anche perché, diversamente, l’articolo sarebbe finito qui e non mi pare bello.

Inizierei dalla questione opportunità. Ha senso per Celgene fare questo acquisto, considerando che sono già partner sia di JUNO che di bluebird, compagnia che sta sviluppando un programma simile anti-BCMA? Per conto mio, un’operazione del genere avrebbe più o meno lo stesso senso di quella che ha portato all’acquisto di Impact Biomedicines, con l’aggravante di avere già un piede in JUNO. In buona sostanza, il valore derivante dalla messa in commercio di JCAR017 cambierebbe in modo poco significativo essendo proprietari di tutta la baracca, piuttosto che solo soci, specialmente se l’acuisizione di JUNO si rivelasse estremamente costosa.

Dando uno sguardo al resto della pipeline poi, ci si accorge che il secondo programma più interessante (anti-BCMA) fa scopa con quello portato avanti dall’altro partner di Celgene, bluebird bio. Anche in questo caso risulta dfficile capire che senso possa avere l’acquisizione, visto che i due programmi si sovrapporrebbero.

Questi motivi spiegano perché il mercato abbia reagito male alla notizia, se la si osserva dal punto di vista di Celgene, che passa dal quotare $104.8 agli attuali $101.7.

In realtà, sebbene potrebbe sembrare una mossa poco azzeccata, c’è sempre il rovescio della medaglia. In prima battuta vorrei sottolineare un aspetto di un certo rilievo: anche se Celgene finisse per acquistare JUNO, non pensiate che sia finita qui, ci saranno altri acquisti nel 2018. Celgene ha i soldi e la voglia di spendere, qualità che in una grande compagnia in cerca di rilancio sono sinonimo di attività frenetica. Credo che lo stesso si possa dire delle donne in periodo di saldi, o dei nerd come me durante il Cyber Monday, ma non divaghiamo.

Altro aspetto da tenere bene a mente: a Celgene serve una piattaforma simile a quella di JUNO. Non è obbligatorio che sia quella, ma qualcosa che le somigli. JUNO è sata surclassata sia da Novartis (e ci sta) che da Kite, che non a caso è stata acquisita da Gilead. JUNO ha commesso più di un passo falso ed il fatto che arrivi come potenziale terza forza nella battaglia per commercializzare una terapia CAR-T anti-CD19 la dice lunga, tuttavia a Celgene potrebbe interessare più la possibilità di sviluppare nuove terapie e con JUNO lo potrebbe fare.

La questione sul banco rimane, a che cifra si potrebbe concludere l’acquisizione? Rispondere a questa domanda in parte significa rispondere a chi vuole tentare la puntata su JUNO. Io comincerei con l’escludere che la cifra finale superi quanto speso da Gilead per Kite, ossia $11,9B, il che mi porta a concludere che la cifra sarebbe sotto i $104. Se torniamo indietro con la meoria all’estate del 2015, ai tempi dell’accordo fra Celgene e JUNO, possiamo forse trovare una indicazione di un possibile valore. Questo è un estratto che illustra parte dei dettagli dell’accordo:

The huge vote of confidence propelled Juno’s shares more than 40 percent higher to $65.75 in heavy extended trading.

Celgene will pay Juno about $150 million upfront and buy about 9.1 million newly issued Juno shares at $93 each, double Juno’s closing price on Monday. Juno had about 90.4 million shares outstanding as of May 4, according to a regulatory filing.

[…]

Celgene, which said it does not expect deal costs to affect near-term profit and loss, will have the option to buy up to 30 percent of Juno’s common stock between the ninth and 10th year of the collaboration, provided it exercises an option to raise its stake to 19.9 percent between years four and five.

Come potete leggere, alla firma del contrato Celgene acquistò 9.1 milioni di azioni pagandole $93, quando la compagnia quotava più o meno la metà. Secondo quanto riportato le azioni circolanti a quel tempo erano 90.4 milioni, il che lascia supporre che se avessero valutato il 100% delle azioni la cifra totale sarebbe stata $8.4B. Se questa cifra la riportiamo a termini attuali, ossia alle 114,172,897 azioni dell’ultimo file 10Q otteniamo un valore che si aggira attorno ai $73 ad azione. Molto simile alla quotazioe attuale.

Tirando le fila del discorso, se i riìumors si riveleranno fondati, poco cambierà in prospettiva se siete azonisti di Celgene. Se lo siete di JUNO, o volete diventarlo, tenete presente che il premio,ammesso che arrivi, potrebbe non essere così succoso come ve lo immaginiate. Sebbene sia possibile che Celgene sia ancora disposta a spendere una cifra attorno ai 93$ (diciamo per una capitalizzazione di $10B), è altrettanto possibile che si sia già raggiunta la quota finale.

E se siete azionisti di bluebird? Probabilmente avrete quella strana sensazione che vi spinge a pensare che a Celgene, per quanto la vostra compagnia abbia da offrire, interessi solo l’anti-BCMA. Non è detto che sia vero, ovviamente, però il fatto di essere paranoici, come diceva il saggio, non significa che non ci sia sul serio qualcuno che vi sta osservando…