Living in her self styled Hell, the Countess dressed in black

Life’s so distant – death’s so near – no blood to turn time back

The castle walls are closing in, she’s crippled now with age

Welcomes death with open arms – the reaper turns the page

(Venom, Countess Bathory)

Mi capita spesso di rispondere a domande circa la situazione attuale del settore ricordando momenti del recente passato in cui tutto il biotech sembrava destinato a soccombere per oscuri motivi. Si tratta di periodi che, di tanto in tanto, ritornano a far capolino per terrorizzare gli investitori e che spesso hanno delle pseudo giustificazioni, ma mai una vera è propria spiegazione. Quello che viviamo ora non fa eccezione.

IBB BIOTECH

I tracolli degli ultimi giorni hanno riportato l’IBB ai livelli toccati a fine febbraio 2014 periodo di notevole euforia per chi investiva in biotech, euforia che si sarebbe tramutata in disperazione nelle settimane seguenti, portandomi a scrivere il primo di una serie di articoli. Mi sembra una idea sensata riproporveli per rispondere proprio a chi chiedeva se mi fossi mai imbattuto in situazioni come quelle attuali. Alcuni di voi seguivano già il blog e forse non ricordano quei periodi, altri magari non si erano ancora affacciati a questo temibile ed affascinante settore di investimenti. Ve li ripropongo qui sotto…

Ora come allora sui mercati c’è il panico ed il nostro settore sembra essere diventato un girone infernale nel quale il sangue continua a scorrere senza soluzione di continuità. I motivi? Oltre ai soliti disguidi legati a petrolio e Cina sembra che all’improvviso ci si ricordi delle parole di questo o quel soggetto influente sul mercato dei farmaci. Una volta può essere la Yellen, questa volta è stata la Clinton (a riprova del fatto che donne e motori son gioe e dolori). A proposito della Yellen e delle sue dichiarazione del 2014 (per chi non le ricorda, si trattava di affermazioni circa il reale valore del settore biotech): viste adesso sembrano sensate, ma viste lo scorso anno parevano pura farneticazione. E quelle della Clinton?

Che ci siano problemi sul costo di alcuni trattamenti non è una novità e che qualcosa vada fatto è innegabile, ma qualcuno veramente si aspetta che a pagare il tributo saranno le aziende più innovative, più capaci e più bisognose di accordi con small cap meritevoli? A pagare saranno le aziende che propongono vecchi trattamenti a prezzi esorbitanti, non certo Roche e, sempre per fare un esempio, il partner Exelixis.

Che la minaccia per i titoli che trattiamo sia reale o meno, rimane il fatto che questo mercato orso pone l’interrogativo fatidico: che fare ora?

Evidentemente, la risposta è legata al portafoglio di ciascuno di voi, io posso rispondere per me ed aiutarvi a valutare alcune compagnie, in modo che possiate decidere liberamente. Iniziamo dalla situazione dei due portafogli biotech, quello USA e quello Europeo:

Vediamo la situazione dei due portafogli:

La prima e più ovvia considerazione da fare è che la scelta fatta tempo fa di allargare gli investimenti anche all’area Euro ha pagato notevoli dividendi, nonostante qualche battuta d’arresto recente. Se osservate i due portafogli e vi soffermate all’andamento dei vari titoli emerge chiaramente che questa bufera biotech ha lasciato relativamente tranquilli i mercati del vecchio continente. Eppure, questi ultimi condividono con quelli a stelle e strisce i patemi globali legati al greggio ed alla Cina ed una riduzione dei costi dei trattamenti come quella auspicata in America non danneggerebbe forse anche le tasche delle compagnie europee?

Anche in questo caso ci troviamo dinnanzi ad un paradosso.

Altra considerazione da fare è che l’aver raccolto più cassa possibile prima della tempesta è stata un mossa fortunosa (perché dettata da presupposti diversi rispetto a come sono andate le cose poi) ma azzeccata. La notevole liquidità in USA (tre quarti della posizione globale) mi permetterà di approfittare dei punti di ingresso interessanti che si stanno venendo a creare. Non penso che gli ultimi due giorni di tranquillità significhino che il peggio è passato, anzi, mi sto convincendo che sia solo l’occhio del ciclone, ma indipendentemente da questo vale la pena di chiedersi quali titoli siano stati colpiti in modo più immeritevole e ragionare su possibili ingressi. I minimi ed i massimi non li azzecca nessuno (nella vita reale, in internet capita tutti i giorni!), vediamo di fare una selezione di titoli ed analizzarli dal punto di vista della loro possibile valutazione.

Ora, so che sono ancora in debito di un report con voi, ma in questo periodo ho talmente tante attività in ballo che mi è stato impossibile completarlo. Tuttavia, quello che posso fare è un PDF agile contenente solo qualche idera per approfittare della situazione che si è venuta a creare. Potrebbe tornarvi utile sia per acquistare qualche titolo penalizzato che per vendere qualche posizione ancora sopravvalutata.

Ho già una lista di titoli da valutare, ma se avete anche voi qualcosa in mente fatemelo sapere, se riesco la includo volentieri!

Ultima cosa: siccome già so che dubitate della mia capacità di completare l’opera mi porto avanti facendo in modo da suddividerla, eventualmente, in più parti, nel caso le cosa vadano troppo per le lunghe. Come al solito vi arriverà via mail se siete iscritti alla newsletter…