Oltre ad essere il caso di acquistare Exelixis, inizia a risvegliarsi la voglia di tonare a fare acquisti in generale. Sarà l’avvicinarsi della primavera, sarà la voglia di tornare a casa, se per casa intendiamo il settore biotech. La seconda parte del PDF con le occasioni più allettanti per approfittare di questa crisi è in via di completamento e anticipo subito che ci sarà quasi certamente una terza parte, nel mentre inizio a fare qualche operazione all’insegna della “sicurezza” di dati ed accordi, per quanto usare la parola sicurezza nel nostro “mestiere” abbia relativamente poco senso.

Ieri Exelixis ha annunciato la stipula di un accordo con Ipsen riguardo cabozantinib/Cometriq. I termini dell’accordo sono estremamente favorevoli e si possono riassumere così:
– Ipsen ottiene i diritti globali per la commercializzazione di Cabozantinib ad eccezione di Stati Uniti, Canada e Giappone
– Exelixis riceve 200M$ in anticipo, oltre a 60M$ per l’approvazione in Europa (che EXEL prevede entro il 2016, io ho qualche dubbio al riguardo) e 50M$ per obiettivi regolamentari inerenti all’indicazione HCC e 545M$ in obiettivi di vendita, comprensivi di 20M$ per l’inizio della commercializzazione
– Exelixis riceverà royalties livellate fino ad un massimo del 26% sulle vendite nette di Cabozantinib in Europa
– Ipsen ed Exelixis collaboreranno nello sviluppo futuro del farmaco

Le conseguenze di questo accordo sono molteplici ed impattano sulla valutazione della compagnia, che ora vado a ricalcolare.

Considerando la cassa esistente, aggiungendo i 200M$ dell’upfront e considerando che le due milestones da 60M$ per l’approvazione in Europa e i 20M$ per l’inizio di commercializzazione siano molto probabili e databili al 2017 e 2018 rispettivamente (quindi più in la rispetto a quanto ipotizzato da Exelixis) la base di partenza per la valutazione è di circa 500M$ (507 ad essere pignoli). Mantengo inalterato il valore attribuito a Cobimetinib (molto conservativo, se ricordate quanto scrivevo nel report) e quello di cabo in MTC (per comodità) arriviamo a 700M$.
Le vendite di Cabozantinib a pazienti con RCC valgono, secondo me, almeno 335M$ di raNPV e se a questi si aggiungono parte delle possibili milestones derivanti da obiettivi di vendita (300M$ su oltre 500 possibili) si giunge ad un target price di 5$, leggermente più alto di quanto avevo calcolato bell’ultimo report.

Questo per gli aspetti puramente economici. Per quanto riguarda invece la scelta del partner, devo fare lo stesso discorso fatto per Array e Pierre Fabre, non siamo nemmeno lontanamente all’altezza deil precedente, anzi, nel caso di Exelixis, dei precedenti, visto che prima di Ipsen ci sono stati BMS e GSK. Ipsen ha in comune con Exelixis il fatto di aver rovinosamente fallito in fase 3 nel trattamento del carcinoma prostatico con tasquinimod, per il resto poca gloria in ambito oncologico. Tanto per dare l’idea delle dimensioni del partner, nel 2014 Ipsen ha speso in R&D circa 200M$, ossia quasi il 15% delle vendite del gruppo. Metterne in campo altrettanto per avere un farmaco già in fase di approvazione è uno sforzo notevole e denota una notevole fiducia in Cometriq, ma è anche un comodo metodo per arrivare a commercializzare qualcosa in tempi stretti, visto i precedenti poco confortanti in ambito oncologico. Con cabozantinib, nel bene e nel male, Ipsen si porta a casa un pacchetto che ha diverse possibili indicazioni perseguibili, oltre che una già garantita dall’approvazione sia in USA che in EU, una designazione a terapia fortemente innovativa e due possibili approvazioni per RCC nel giro di un anno.
Tutti contenti, insomma, o quasi. Ieri Exelixis ha guadagnato in after l’11%, oggi Ipsen perde il 4% in una giornata sostanzialmente normale del biotech europeo. Immagino che ricevere pagare non faccia piacere a nessuno…