La mancanza di tempo mi spinge a riesumare il Fermoposta Biotech. Cerco di rispondere a tutti singolarmente, ma queste domande selezionate riguardano compagnie molto seguite ed immagino che le risposte possano soddisfare la curiosità di molti. Riporto solo la parte della mail contenente la domanda, inserire complimenti e/o minacce di morte mi sembrerebbe fuori luogo. Sono un tipio all’antica.

[…] un tuo update su INNATE e una opinione su geron se ce l’ hai.
Ancora grazie.
Antonio

Grazie a te Antonio. Per quel che riguarda Geron (GERN) ed imetelstat, la situazione è un po’ confusa. Il succo del discorso è che imetelstat è impiegato in un trial piuttostio impegnativo che vede pazienti affetti da mioelofibrosi (MF) che non hanno avuto successo in prima linea con Jakafi di Incyte (INCY). Il motivo dell’euforia sul titolo è presto detto: il CEO John Scarlett sostiene che la sopravvivenza mediana dei pazienti coinvolti nello studio non è stata ancora raggiunta ma, considerando il follow up di 19 mesi al momento della dichiarazione, è lecito attendersi che si attesti ad oltre 19 mesi. Che poi siano 20 o 40 non è dato sapere. Da qui la domanda: se fossero 20 mesi, il dato sarebbe clinicamente significativo? Il dubbio è più che lecito visto che lo studio in corso, gestito da Geron e dal partner Jannsen (Johnson & Johnson (JNJ)), non ha un braccio di controllo, quindi il termine di paragone va preso dalla letteratura, dai dati storici. Questo tipo di confronto è sempre difficile, ma in questo caso, se non altro, possiamo basarci su dati storici, visto che l’approvazione di Jakafi è abbastanza recente per avere a disposizione numeri reali, ed abbastanza datata per avere una sufficiente mole di dati su cui ragionare.

Stando ai dati raccolti da Jannsen e presentati da Geron, la sopravvivenza in pazienti già trattati con Jakafi, che non hanno ottenuto beneficio o hanno interrotto la terapia è di circa 7 mesi, come si evince dalla curva che riporto qua sotto:

Cionondimeno, la sopravvivenza in pazienti che hanno ricevuto Jakafi o un altro trattamento in seconda linea risulta essere di 30 e di 14 mesi, rispettivamente (curva qui sotto, segnata come figura 3), e proprio qui sta l’inghippo, se mi passate il termine.

I 20 mesi ipotizzati (ricordo che il dato finale potrebbe essere anche maggiore) sono un risultato che può essere considerato scarso, in linea con le attese oppure ottimo, ma solo se inquadrato nel contesto dei pazienti trattati. In buona sostanza, è ottimo se paragonato a quel tipo di pazienti che fallisce ruxolitinib e non ha altre opzioni, ossia quello dei 7 mesi. Il CEO di Geron cita quel dato, ma non è ancora chiaro se il paragone sia calzante, non senza conoscere le caratteristiche dei soggetti arruolati al momento dell’ingresso nel trial. Visto e considerato il fatto che il titolo ha corso parecchio ultimamente, consiglierei di monetizzare.

Situazione Innate Pharma. Qui ammetto di essere meno aggiornato, quindi suggerisco di acompagnare queste poche righe che scriverò con una ricerca integrativa in proprio. Innate è mona-centrica. Suona male, lo capisco, ma intendo dire che tutto, o quasi, ruota attorno a monalizumab, anti-NKG2A i cui diritti sono stati condivisi con AstraZeneca in un deal multimilionario. Ritengo assai probabile che i primi dati di monalizumab e durvalumab saranno presentati ad ASCO e questo sarà il più importante evento per la compagnia dai tempi di lirilumab.

Gli eventi attesi, ad ogni modo, sono ben sintetizzati nell’immagije qui sotto, presa direttamente dalla loro ultima presentazione:

Trovo piuttosto interessante anche il fatto che Innate stia perseguendo la strada del blocare l’asse CD73/CD39, target interessanti inerenti il microambiente tumorale (per dirla in inglese, tumor microenvironment o TME). Diverse small e big cap si stanno orientando in tal senso e proprio di una di queste mi occuperò nel prossimo articolo per SeekingAlpha, quindi restate sintonizzati se interessa la mercanzia. Fatta questa breve parentesi va detto che Innate dallo scorso ASH non si è più ripresa e rimane alquanto rischiosa, in mancanza di dati cinici relativi a mona. Per chi ha una spiccata attitudine al rischio faccio solo notare che in caso di esiti favorevoli, il destino potrebbe essere quello capitato in tempi recenti a Nektar (NKTR).

[…] mi piacerebbe avere un tuo parere riguardo ADVAXIS (ADXS).  in seguito ad una diluizione del 30% siamo in area 1,80-1,90$…
verso metà aprile dovrebbe presentare qualcosa di interessante ( American Association for Cancer Research Annual Meeting 2018 (AACR 2018), April 14-18, 2018 in Chicago) poi a giugno c’è sempre ASCO.
GRAZIE.
MARCO.

Advaxis è una compagnia che mi ripropongo di studiare  di continuo, visto il numero elevato di richieste che ricevo, tuttavia ogni mio buon proposito finisce sminuzzato in quel tritacarne che è la mia giornata lavorativa. L’interesse è presto spiegato: tanti partner, progetti in fase avanzata e, ma questo ormai vale per quasi tutte in ambiente oncologico, impiego spasmodico della parola immunoterpia in ogni possibile occasione. In questo momento storico, inoltre, quota relativamente poco ed ha recentemente emesso nuove azioni.

Advaxis ha recentemente fatto richiesta di approvazione in Europa per il più avanzato programma generato dalla loro piattaforma, ossi axalimogene filolisbac, per il trattamento del cancro della cervice metatstatico in seconda linea di trattamento. Lo stesso composto, tuttavia, è oggetto di hold da parte di FDA in un trial che vede coinvolto anche durvalumab, di AstraZeneca (AZN), a causa della morte di un paziente arruolato.

Ora, visto che con la cassa dovrebbero essere a posto fino a 2q19, che l’hold potrebbe essere rimosso in tempi decenti (diciamo prima dell’estate) e che la quotazione è depressa, un ingresso speculativo ci può stare. Segnalo anche il fatto che da qui a tre mesi (in linea di massima) dovrebbe entrare in clinica anche il primo progetto frutto della partnership con Amgen, il che potrebbe dar vita al pagamento di una milestone.

Anche qui, vista la storia recente, consiglio prudenza e piccole posizioni.

[…] cosa mangerai a Pasqua? Auguri,

Giacomo

Auguri anche a te ed a tutti i lettori. A Pasqua non so perché saremo in un ristorante che non conosco molto, ma a pasquetta quasi certamente rognone. Chiaramente, in ogni occasione possibile ed immaginabile non mi farò mancare ne la colomba, ne il ciocolato fondente ne la grappa. Quella poi, me la farò somministrare direttamente per via endovenosa!

Buona pasqua a tutti!