Ammetto che il titolo dell’articolo di oggi potrebbe risultare giusto un poco allarmista, ma prima di emettere giudizi affrettati, diamo uno sguardo all’andamento del Nasdaq Biotechnology Index (NBI) dal 1995 ad oggi. Mi sono permesso di indicare due punti, uno che è situato nel passato e sul quale c’è solo da prendere atto e che è la bolla “Genomica” del 2000,mentre  l’altro si sta svolgendo ora e non è legato strettamente al NBI ma si trova incidentalmente  ad incrociarlo mentre si trova ai massimi livelli da quando l’indice esiste: l’ho indicato come bolla “IPO”.

Ho aggiunto un punto interrogativo, perché definire questa bolla, ammesso che esista, come quella delle IPO è errato visto che il NBI sta salendo a ritmi sostenutissimi già da diversi anni e comunque non include le nuove quotate. Più precisamente la salita è in corso da quando l’Europa e l’America hanno iniziato a sperimentare la crisi economica che ancora oggi ci mette in ginocchio, a conferma che il settore migliore nel quale investire in periodi di subprime, di fallimenti delle banche e di paesi sul’orlo del baratro come la Grecia è i farmaceutico. La prima lezione è questa: quando tutto intorno crolla, investire nei farmaceutici.

 

 

 

 

NBI dal 1995 immagine grande

 

Prendiamo il grafico che vi dicevo e che vedete qui sopra. Nel 2000 le aspettative causate dal progetto genoma erano talmente elevate che è stato inevitabile che venissero in gran parte deluse, e questo si è tradotto in un crollo delle quotazioni per le aziende coinvolte nello sviluppo di soluzioni che avevano (ed hanno tuttora) a che fare con la mappatura del genoma. Questo ha da un lato depresso il mercato, dall’altro ha fatto però selezione.

 

 

dopo bolla genomica ILMN GNOM PACB GNMK

 

Questo grafico (oggi ve ne propongo un bel po’) mostra l’andamento di alcune compagnie che a vario titolo sono state o sono attualmente colegate alla bolla genomica: Illumina (ILMN illusrtrata dalle candele verdi e rosse), Complete Genomics (GNOM linea rossa), GenMark (GNMK linea arancio) e Pacific Biosciences (PACB linea gialla). Come si può vedere dagli andamenti, se per Illumina si può parlare di attese ben ripagate, per la concorrenza ed i loro azionisti no. Molte cose sono cambiate dall’esplosione della bolla ad oggi, la più evidente delle quali è che il costo per la lettura di un intero genoma si è ridotto drammaticamente. Sia ben chiaro, la soglia dei 1000 dollari che si è letta di recente anche sula nostra stampa è solo uno slogan, ma i concetto rimane inalterato. I benefici si intravedono ora per quel che riguarda lo sviluppo dei farmaci e la cura di alcune patologie, anche se nel complesso la lotta al cancro è ancora lontanissima dall’essere vinta.

La premessa era necessaria, ora vediamo come il caso del 2000 si pone in relazione alla situazione che viviamo oggi. Tornando a guardare il primo grafico emerge un comportamento diverso rispetto alla bolla genomica, nella quale l’andamento del Nasdaq 100 e del Nasdaq Composite era stato simile a quello del NBI. Oggi fra i due indici che vi ho appena menzionato ed il NBI il divario è enorme:

 

NBI dal 1995 immagine grande con frecce

 

Nell’ellisse vedete come il rapporto fra Nadaq 100 e composite fosse simile al NBIprima della bolla. Dopo lo scoppio di quest’ultima il comportamento dei vari indici è stato simile ma, facciamo finta di analizzare i dati di uno studio clinico, le curve si sono separate in modo evidente, come testimoniato dalle frecce che ho incluso. Guardate la lunghezza di tali frecce, la misura è a spanne ma serve solo per dare un idea di quanto stia accadendo.

Già, ma cosa sta accadendo e cosa centrano le IPO?

A mio avviso il nesso è semplice, il mercato legato al biotech è stato terribilmente redditizio, specie in un momento storico nel quale altre forme di investimento hanno causato ingenti perdite. C’è bisogno di rinverdirne i fasti, di creare nuovo entusiasmo e quale modo migliore se non quello di puntare sullo sbarco nel mercato di compagnie che incarnano alla perfezione il concetto di “nuova promessa”, di “opportunità”. Un numero così elevato di nuove compagnie, di compagnie peraltro interessanti, non ha fatto altro che gettare benzina sul fuoco ma tutti sanno che la festa non può durare per sempre.

Una correzione sarà inevitabile e porterà anche in questo caso ad una selezione. Il settore biotech di oggi è più maturo rispetto a quello della bolla del 2000 e si basa su fondamenta più solide venutesi a creare proprio in seguito a quel crollo. Investire in questo ambiente però comporterà fare scelte più consapevoli e mirate. Stiamo vivendo un momento di una importanza straordinaria e non penso sia un caso se lo strappo maggiore in termini di livello del NBI rispetto agli altri indici sia avvenuto dopo il “patent cliff” del 2012. Per chi non lo conoscesse il “patent cliff” è la concomitante scadenza dei brevetti di farmaci con vendite elevate. Lo scorso anno c’è stato un calo nelle vendite di farmaci ed in parte ciò può essere attribuito alla concorrenza di generici, enfatizzata proprio dalla scadenza di alcuni brevetti legati a molecole con vendite elevatissime che nel totale ammontano a 35 miliardi di dollari. Il prossimo patent cliff sarà nel 2015 e peserà per 33 miliardi di dollari. Nonostante il rischio e nonostante le vendite inferiori, il NBI è salito quasi senza sosta, andamento che sta continuando nel 2013.

Se si valuta la salita con uno sguardo al patent cliff, risulta quasi logico che le IPO tentino il loro ingresso oggi, quando c’è elevato bisogno di nuovi composti che rimpiazzino i blockbuster che stanno andando in pensione e non sempre le grandi compagnie sono in grado di trovare risposte al loro interno, viene però da chiedersi se questa ricerca spasmodica non abbia finito per gonfiare le valutazioni di certe compagnie. La prima cosa che un investitore dovrebbe fare è chiedersi questo: la capitalizzazione delle compagnie nelle quali investo è ragionevole o gonfiata? 

Altre cose capitate di recente poi sono destinate a spostare gli equilibri, interferendo con il cammino dei nostri titoli in un modo o nell’altro. Per quel che riguarda le compagnie delle quali mi occupo normalmente gli eventi più significativi sono:

  1. L’offerta (rifiutata) ricevuta da Onyx da parte di Amgen, della quale vi ho parlato in un recente articolo.
  2. La nuova generazione di immunoterapici, della quale vi parlo spesso.
  3. L’avvento di Ibrutinib ed Idealisib, destinati a cambiare lo scenario nei tumori del sangue.

 

La questione Onyx si inserisce di diritto nel discorso fatto sule IPO, cioè la ricerca di nuove entità chimiche in attesa che i brevetti scadano, le altre considerazioni invece riguardano aspetti più pragmatici legati allo sviluppo dei farmaci delle compagnie a bassa capitalizzazione.

In settimana farò un punto sul portafoglio virtuale, visto che i dati del primo semestre sono a disposizione e vedrò di analizzare anche come i titoli presenti si possano inserire nello scenario che andrà a crearsi… in attesa che la bolla scoppi.